vi proponiamo una seconda intervista, diffusa sui media qualche settimana fa, del dr. Pasetto, uno dei maggiori esperti sul territorio veronese sul tema della violenza domestica.
Siamo lieti di divulgare informazioni su questo tema di attualità perchè riteniamo che sia importante mantenere alta l’attenzione di chi ci segue.
Un tema che purtroppo è sempre attuale: la violenza domestica! Una piaga sociale di cui bisognerebbe occuparsi costantemente e non solo a seguito di fatti di cronaca.
Il dr. Andrea Pasetto, noto esperto di questa materia, che opera sia in ambito pubblico che privato proprio su questi casi nel territorio veronese, fa parte della nostra equipe.
Per questo motivo vi proponiamo una sua recente intervista proprio sul tema della violenza domestica al fine di sensibilizzare i nostri utenti e di informarli su aspetti importanti che riguardano questo fenomeno.
Come si presentano i Domestic Offenders e quale possibile trattamento?
Relazione presentata al convegno Sitcc di Verona sulla violenza domestica
Al link sottostante troverete la presentazione del trattamento sui Domestic Offender secondo il modello della Terapia Metacognitiva Interpersonale (Dimaggio, Popolo et al.,Corpo, Immaginazione e Cambiamento- Cortina 2019).
Ci sono alcuni spunti interessanti su come si presentano i Domestic Offenders in terapia e sulla modalità di trattamento
Ci siamo! Restano solo 5 posti per cui affrettatevi a prenotare!
Domani sera 21 Marzo 2019 alle ore 20.45, presso il
Centro Clinico Verona, presenteremo “Una donna sola”, spettacolo teatrale più
dibattito sul tema della violenza domestica.
Nella passata serata intitolata
“Dalla Rabbia alla Violenza. Manifestazioni sane e patologiche nelle relazioni
interpersonali”, il tema della violenza
domestica era stato introdotto e spiegato dal dr. Pasetto Andrea,
concentrandosi sul ruolo e le caratteristiche dell’aggressore. Nello spettacolo
che andremo a proporvi, questo tema sarà presentato invece dal punto di vista della vittima e nel dibattito che seguirà
potremo così chiudere il cerchio assieme agli psicoterapeuti del Centro Clinico
e discutere su questo grave fenomeno di così grande attualità.
Aspettando la serata di
domani, vi riassumiamo la definizione di violenza domestica e alcuni dati
statistici relativi così come erano stati esposti dal dr. Pasetto Andrea.
Si definisce violenza
domestica un pattern di comportamenti che una persona agisce all’interno
di una relazione affettiva per controllare e dominare l’altro partner incutendo
paura e limitandone la libertà personale.
Le ricerche a cura di D. Misso,
R.D.Schweitzer, G.Dimaggio del 2017 ci dicono che:
in Italia circa 1 donna su 3 tra i 16 ed i 70 anni riferisce
di aver subito una qualche forma di violenza fisica o sessuale nell’arco della
propria vita (13,6% delle donne
intervistate mentre il 26,4% ha
subito violenze psicologiche);
i partner attuali o ex
partner commettono le violenze più gravi (il 62,7% degli stupri è commesso da un partner attuale o precedente);
nella comunità
internazionale il 38% delle donne
uccise lo sono per mano del proprio compagno.
I
dati statistici ci dicono che:
unicef (2006) stima
che tra il 40 ed il 70% dei
mariti o compagni che agiscono violenza, sono violenti anche con i figli;
secondo ISTAT 2015
quando le vittime di violenza fisica o sessuale da parte di un partner hanno
figli al momento della violenza i bambini
assistono o sono comunque coinvolti nel 60,3% dei casi e subiscono violenze dirette dal padre nel 25%
dei casi.
Ciò ci fa capire che la violenza domestica e un fenomeno mondiale e che
è sempre esistito. Coinvolge ogni estrazione sociale e livello culturale e negli ultimi decenni è passato dalla sfera
privata a quella pubblica.
Il 10 Aprile presso la sala consigliare del Comune di Soave ho parlato di violenza domestica nelle relazioni affettive. Di seguito in sintesi un breve estratto dell’intervento con le informazioni più salienti ed il modello di trattamento proposto:
La violenza domestica ha un impatto sociale, psicologico ed economico significativo e pervasivo. Si definisce violenza domestica un pattern di comportamenti che una persona agisce all’interno di una relazione affettiva per controllare e dominare l’altro partner incutendo paura e limitandone la libertà personale. In Italia circa 1 donna su 3 tra i 16 ed i 70 anni riferisce di aver subito una qualche forma di violenza fisica o sessuale nell’arco della propria vita. I partner attuali o ex partner commettono le violenze più gravi, il 62,7% degli stupri è commesso da un partner attuale o precedente. Nella comunità internazionale il 38% delle donne uccise lo sono per mano del proprio compagno. L’intervento psicoterapeutico ha bisogno di considerare l’eventuale presenza di disturbi e/o tratti di personalità, in particolare alcuni tratti relativi a disinibizione, antagonismo e distacco sono positivamente associati a questa tipologia di offenders. Inoltre essere di giovane età e avere un disturbo correlato all’uso di alcol oppure la presenza di disturbo di personalità aumenta la probabilità di agire violenza all’interno della coppia. (Misso, Dimaggio & Schweitzer, 2017).
Molti uomini agiscono la violenza domestica in modo impulsivo reagendo ad emozioni dolorose che non sanno nominare e di conseguenza poi regolare. Inoltre si trovano ad agire nelle relazioni con la partner guidati da schemi interpersonali che non sanno riconoscere. Promuovere la Metacognizione è uno degli obiettivi della Terapia Metacognitiva Interpersonale (TMI, Dimaggio G., Popolo R. et al 2013) per favorire l’interruzione del comportamento violento e la promozione del cambiamento. In particolare lo scopo del modello TMI è di elicitare fin dall’inizio gli episodi narrativi di violenza domestica per focalizzare l’intervento sugli antecedenti dell’aggressività che nella formulazione condivisa del funzionamento collochiamo nella risposta del sè alla risposta dell’altro. Ad esempio: “Desidero essere apprezzato/stimato, la partner mi critica e mi svaluta – mi sento umiliato, schiacciato/sottomesso (risposta del sè) – reagisco con rabbia e la attacco”. A partire poi dalla formulazione condivisa del funzionamento si procede con due tipi di interventi, il primo intervento ha lo scopo di favorire possibili connessioni con lo schema emerso per lavorare sulla differenziazione tra gli schemi interni e la realtà esterna, il secondo ha lo scopo di lavorare sulla regolazione dello stato emotivo attivato dalla risposta dell’altro cercando di promuovere alternative all’aggressione per lenire lo stato affettivo doloroso.