Mito n.9: “Le emozioni possono comparire senza ragione!”
Salve a tutti,
siamo al penultimo video sui miti sulle emozioni ovvero il mito n. 9: “le emozioni possono comparire senza ragione!”
Mi capita spesso di sentirmi dire: “Dottoressa mi sento triste (in ansia o arrabbiato) e non so perché, non riesco a capire cosa mi stia succedendo. Non ci sono dei motivi particolari”.
È vero che a volte percepiamo le emozioni come uno stato intenso che compare all’improvviso. Senza preavviso e apparentemente senza motivo ma vi ricordate quando nei miei post precedenti ho spiegato che tutte le emozioni hanno una funzione?
Se teniamo a mente questa premessa è chiaro che ogni emozione la proviamo per un motivo. Il problema è che non sempre siamo consapevoli di quel motivo.
La consapevolezza è la capacità di rendersi conto, di avere coscienza e conoscenza di sé e dei propri stati mentali (pensieri ed emozioni). Ci sono persone che hanno una buona consapevolezza di sé e altre scarsa.
Il lato positivo è che la consapevolezza, essendo un’abilità, si può sviluppare e incentivare. Migliorando la consapevolezza si diventa più capaci di identificare, discriminare, riconoscere ed esprimere le emozioni e si impara a riconoscere i motivi per cui si presentano nel nostro vissuto quotidiano. Si tratta solo di allenarsi e in futuro vedremo come.
A presto con un nuovo video sull’ultimo mito sulle emozioni ovvero il mito n.10: “mostrare le emozioni è un segno di debolezza!” E come sempre…..restate connessi!!!
rieccoci con un nuovo video sui miti sulle emozioni ovvero il mito n.8: “Le emozioni sono inutili!”
Sicuramente chi mi ha seguito nei precedenti video saprebbe già ribattere a questo mito, ma per coloro che si fossero connessi solo ora cercherò di dare delle spiegazioni chiare e utili sull’argomento.
Le emozioni, tutte le emozioni, hanno una funzione. La funzione principale delle emozioni è dare senso e significato a ciò che ci accade e guidare di conseguenza il nostro comportamento. Sono un ponte tra noi e l’ambiente che ci circonda e ci permettono di decodificare il mondo in cui viviamo.
Capite quanto sono importanti?
Addirittura nella nostra storia evolutiva, le emozioni primarie sono state utili alla nostra sopravvivenza come esseri umani e tuttora lo sono.
Provate a pensare all’emozione paura. Se non avessimo questa emozione, non avremmo paura di nulla. Qualcuno potrebbe pensare che questo potrebbe essere un vantaggio ma non aver paura significa anche non saper discriminare se si è in presenza di un pericolo oppure no. La paura ci permette di fermarci, di osservare attentamente, di valutare la presenza o meno di una minaccia o pericolo e di predisporci alla difesa. La paura è quell’emozione che ci aiuta a proteggerci. Senza non faremmo mai nulla per proteggerci, per difendere la nostra incolumità. Banalmente potremmo decidere di andare a passeggiare in autostrada o lanciarci dal decimo piano di un palazzo. A dire il vero senza questa emozione non potremmo fare nulla di tutto questo perché saremmo estinti da tempo, basti pensare a tutti i pericoli in cui poteva incorrere l’uomo preistorico.
Teniamo sempre a mente che le emozioni sono utili anche se non sempre conosciamo i motivi per cui le proviamo ma in tal caso si tratta solo di allenare la nostra consapevolezza e anche quei motivi diventeranno per noi chiari.
A presto con un nuovo video sul mito n.9: “Le emozioni possono comparire senza alcuna ragione!” e come sempre…..restate connessi!!!
Mito n.7: Essere emotivi significa perdere il controllo!
Salve a tutti,
ecco un nuovo video sul mito n.7 sulle emozioni: “Essere emotivi significa perdere il controllo!”
Comincerei a discutere questo mito analizzando la prima parte di questa affermazione. Cosa significa essere emotivi?
Le emozioni primarie sono innate e universali ovvero sono provate da tutti gli esseri umani sin dalla nascita in ogni parte del mondo. Di conseguenza possiamo dire che tutti gli esseri umani sono emotivi.
Spesso si usa l’aggettivo “emotivo” per indicare una persona particolarmente sensibile alle emozioni. Ed effettivamente ci sono delle persone che percepiscono le emozioni con maggiore frequenza, durata e intensità.
Significa che le persone sensibili alle emozioni sono naturalmente portate a perdere il controllo?
Non è detto. Una delle caratteristiche delle emozioni è l’impulso all’azione ovvero ogni emozioni ha in sé una certa spinta all’azione. Per esempio chi ha paura potrebbe sentire l’impulso di fuggire, chi prova rabbia di attaccare e chi è felice di saltare di gioia. Tuttavia un impulso all’azione non è un’azione vera e propria, tanto è vero che in certe circostanze sentiamo un impulso ad agire in un certo modo ma non lo facciamo. Tornando all’esempio della rabbia, una persona molto arrabbiata potrebbe sentire l’impulso a rompere qualcosa o a tirare un pugno a qualcuno ma si astiene dal farlo. Questo avviene perché al di là dell’impulso all’azione esiste la valutazione cognitiva che ci permette di decidere se mettere in atto o meno un certo comportamento.
Ecco perché, anche se si è persone molto sensibili, non è detto che si perda il controllo e si agisca in modo dannoso o pericoloso.
Certo esistono persone impulsive che mettono in atto questo tipo di comportamenti ma per fortuna questa non è la norma.
A presto con un nuovo video sul mito n.8: “Le emozioni sono inutili!” E come sempre….restate connessi!!!
interrompo momentaneamente il ciclo di video sulle emozioni per un’importante comunicazione che riguarda il Bonus Psicologo 2024.
A partire da oggi 18/3/2024 è possibile presentare domanda per ottenere il Bonus Psicologo. Di seguito do tutte le istruzioni per fare richiesta e usufruire di questa opportunità.
Beneficiari
Possono accedere alla prestazione le persone in condizione di depressione, ansia, stress e fragilità psicologica.Il beneficio è riconosciuto una sola volta per ciascuna annualità ai soggetti in possesso dei seguenti requisiti:
residenza in Italia;
valore ISEE in corso di validità, ordinario o corrente, non superiore a 50.000 euro.
Beneficio
Il contributo può avere un valore non superiore a 1.500 euro per persona e viene modulato in base all’ISEE del richiedente.
L’importo complessivo massimo del beneficio è parametrato in base alle seguenti fasce:
a) inferiore a 15.000 euro, l’importo del beneficio, fino a 50 euro per ogni seduta, è stabilito in 1.500 euro per ogni beneficiario;
b) compreso tra i 15.000 e i 30.000 euro, l’importo massimo stabilito in 1.000 euro;
c) superiore a 30.000 e non superiore a 50.000 euro, l’importo massimo stabilito in 500 euro.
Presentazione della domanda
La domanda per accedere al beneficio può essere presentata, esclusivamente in via telematica, accedendo al servizio “Contributo sessioni psicoterapia” attraverso una delle seguenti modalità:
portale web, sul sito dell’Istituto www.inps.it, accessibile tramite SPID, Carta di identità elettronica (CIE) 3.0 o Carta Nazionale dei servizi (CNS);
contattando il numero verde 803.164 (gratuito da rete fissa) o il numero 06 164.164 (da rete mobile a pagamento).
Si rammenta che, ai fini della presentazione della domanda, il cittadino richiedente deve essere in possesso di un’attestazione ISEE in corso di validità alla data della domanda.
Cosa importante da tenere presente, è possibile presentare domanda anche per i minori in qualità di genitore o tutore.
La domanda per l’anno 2023 potrà essere presentata a partire dal 18 marzo 2024 fino al 31 maggio 2024. Vista l’esperienza dello stanziamento precedente, vi raccomando di presentare domanda il prima possibile perché non è detto che i fondi siano sufficienti a coprire tutte le richieste che arrivano e perché conta l’ordine cronologico di ricezione.
Elaborazione delle graduatorie, esito della domanda e utilizzo del contributo
Al termine del periodo stabilito per la presentazione delle domande, vengono stilate le graduatorie per l’assegnazione del beneficio, distinte per Regione e Provincia autonoma, tenendo conto del valore ISEE più basso e dell’ordine cronologico di presentazione delle domande.
L’esito della richiesta è notificato tramite SMS e/o e-mail ai soggetti richiedenti, ai recapiti che hanno indicato ed è consultabile sulla medesima procedura utilizzata per la presentazione della stessa nella sezione “Ricevute e provvedimenti”.
In caso di accoglimento della domanda, nel relativo provvedimento è indicato l’importo del beneficio e il codice univoco associato, che deve essere comunicato al professionista, scelto tra gli specialisti regolarmente iscritti nell’elenco degli psicoterapeuti.
Il beneficiario ha 270 giorni di tempo, decorrenti dalla data di pubblicazione del messaggio, per usufruire del Bonus utilizzando il codice univoco attribuito. Decorso tale termine il codice univoco è automaticamente annullato e le risorse non utilizzate saranno riassegnate.
Spero di essere stata utile ed esaustiva dandovi queste informazioni. Vi ricordo solo un’ultima cosa. Anche io sono iscritta nell’elenco degli psicoterapeuti aderenti al Bonus Psicologo, pertanto se avete bisogno di ulteriori informazioni o di iniziare un percorso utilizzando il Bonus sapete che potete contattarmi.
ci ritroviamo per il consueto appuntamento sui miti sulle emozioni. Oggi parliamo del mito n.6: le emozioni dolorose vanno inibite, ignorate, bloccate o eliminate!
Le emozioni si possono suddividere in due gruppi, quelle dal tono edonico piacevole e quelle dal tono edonico spiacevole. Siamo di solito portati a cercare di provare le emozioni che sentiamo piacevoli mentre cerchiamo di sfuggire a quelle spiacevoli.
Molti considerano emozioni come la rabbia, la tristezza o l’ansia delle emozioni sgradevoli o perfino dolorose. Il primo istinto quindi è fare di tutto per non provarle. Si tenta di conseguenza di ignorarle, di inibirle, di bloccarle o di eliminarle.
E’ un’operazione fattibile?
Se ricordate i miei post precedenti sull’argomento sapete che la risposta è NO!
Le emozioni fanno parte di noi, c’è sempre un motivo per cui le proviamo e hanno una funzione, anche quelle che sentiamo sgradevoli. Non è quindi possibile evitarle o eliminarle.
Cercare di controllare le proprie emozioni provoca l’effetto paradosso che non fa che amplificare frequenza, durata e intensità delle stesse.
Quale può essere quindi la soluzione se ci troviamo a provare delle emozioni spiacevoli o dolorose?
La via è sempre la stessa: accettarle. Starci dentro, attraversarle, viverle cercando di comprendere perché si sono presentate e come possono guidarci nel nostro vissuto.
Se riusciremo ad accogliere le nostre emozioni senza contrastarle, eviteremo l’effetto paradosso e le lasceremo fare il loro corso naturale.
A presto con un altro video sul mito n.7: “Essere emotivi significa perdere il controllo!” e come sempre….restate connessi!!!
oggi vi parlerò del mito n.5: le emozioni sono distruttive.
Spesso nella pratica clinica mi capita di incontrare persone che sono spaventate o molto preoccupate per le emozioni che provano. Chi prova rabbia può temere di perdere il controllo e causare danni a sé o agli altri, chi è triste può temere di non tornare più a sorridere, chi ha l’ansia può temere di non uscirne più. Alcuni arrivano a pensare di poter impazzire o morire per le emozioni che provano e soffrono molto.
Ma davvero le emozioni possono distruggerci? Si può morire per una emozione?
NO! Non esistono al mondo casi di morte per rabbia, paura o qualsiasi altra emozione per causa diretta.
Le ricerche scientifiche ci dicono che le emozioni sono dei processi di breve durata temporale e alta intensità. Si calcola che in media una emozione raggiunge il suo piccolo massimo di intensità in 15/20 minuti e poi naturalmente diminuisce. Ecco spiegato il motivo per cui le emozioni non possono distruggerci.
Possono però farci soffrire ma in questo caso intervengono altri fattori che riguardano i pensieri che facciamo sulle nostre emozioni. Se pensiamo che le emozioni siano distruttive, insopportabile, pericolose o dannose allora focalizzeremo sempre di più la nostra attenzione su di esse provocando un effetto paradosso che le renderà più frequenti, persistenti e intense.
È importante invece ricordare che le emozioni sono transitorie e anche se spiacevoli non potranno mai farci del male!
Impariamo a comprendere e accettare le nostre emozioni, tutte le emozioni, che ci piacciano o meno. Ci accorgeremo presto che si alternano naturalmente senza creare particolari problemi.
Alla prossima settimana con un video sul mito n.6: “le emozioni dolorose vanno, inibiti, ignorate, bloccate o eliminate!”
Mito 3: “Se gli altri non approvano le mie emozioni significa non dovrei sentirmi come mi sento”.
Mito 4: “I giudici delle mie emozioni sono gli altri”.
Salve a tutti,
torniamo a parlare dei miti sulle emozioni e in particolare dei miti 3, “Se gli altri non approvano le mie emozioni significa non dovrei sentirmi come mi sento” e 4, “I giudici delle mie emozioni sono gli altri”.
Per analizzare l’attendibilità di questi miti vorrei richiamare alla memoria quanto detto nel precedente video sul mito n.2 in cui si parlava di giudicare le proprie emozioni.
Avevo spiegato che giudicare le proprie emozioni è un’operazione inutile e dannosa.
Inutile perché c’è sempre un motivo se proviamo una determinata emozione e tutte le emozioni hanno una funzione.
Dannosa perché attaccando le proprie emozioni si finisce con provarne altre come tristezza, rabbia, ansia, colpa, vergogna etc., aumentando un carico emotivo spiacevole.
Nei miti 3 e 4 inoltre sono gli altri a giudicare le nostre emozioni e vi pongo una domanda: “Perché permettiamo alle altre persone di giudicare le nostre emozioni?”
Per quanto ci possano conoscere bene, gli altri non potranno mai sentire quello sentiamo noi né essere nella nostra mente e pensare esattamente le stesse cose.
Certo potranno cercare di ascoltarci, capirci, essere empatici e condividere ma non potranno mai sostituirsi a noi stessi.
“E perché poi le altre persone dovrebbero arrogarsi il diritto di giudicare come ci sentiamo? Se abbiamo imparato a non farlo noi stessi perché permetterlo ad altri?”
Credo che anche in questo caso come nel mito n.2 la chiave di lettura corretta sia l’accettazione, sia da parte nostra che da parte degli altri.
Quindi se incontriamo persone che tendono a giudicare le nostre emozioni, invitiamoli ad essere più empatici e ad accettare le nostre emozioni.
Per oggi è tutto. Ci vediamo la prossima settimana con un nuovo video sul mito n.5: “Alcune emozioni sono distruttive”.
mi spiace interrompere momentaneamente il ciclo di video sulle emozioni e sull’ansia, pubblicati nelle ultime settimane, ma ho un’importante comunicazione di servizio da dare che riguarda il Bonus Psicologo 2024. Credo che le seguenti informazioni saranno utili a molte persone.
Finalmente l’INPS ha emesso una circolare in cui informa gli utenti circa i nuovi contributi per sostenere le spese relative a sessioni di psicoterapia (BONUS PSICOLOGO) e le istruzioni per la presentazione della domanda. Ora vi darò le informazioni principali per fare richiesta e usufruire di questa opportunità.
Beneficiari
Possono accedere alla prestazione le persone in condizione di depressione, ansia, stress e fragilità psicologica.Il beneficio è riconosciuto una sola volta per ciascuna annualità ai soggetti in possesso dei seguenti requisiti:
residenza in Italia;
valore ISEE in corso di validità, ordinario o corrente, non superiore a 50.000 euro.
Beneficio
Il contributo può avere un valore non superiore a 1.500 euro per persona e viene modulato in base all’ISEE del richiedente.
L’importo complessivo massimo del beneficio è parametrato in base alle seguenti fasce:
a) inferiore a 15.000 euro, l’importo del beneficio, fino a 50 euro per ogni seduta, è stabilito in 1.500 euro per ogni beneficiario;
b) compreso tra i 15.000 e i 30.000 euro, l’importo massimo stabilito in 1.000 euro;
c) superiore a 30.000 e non superiore a 50.000 euro, l’importo massimo stabilito in 500 euro.
Presentazione della domanda
La domanda per accedere al beneficio può essere presentata, esclusivamente in via telematica, accedendo al servizio “Contributo sessioni psicoterapia” attraverso una delle seguenti modalità:
portale web, sul sito dell’Istituto www.inps.it, accessibile tramite SPID, Carta di identità elettronica (CIE) 3.0 o Carta Nazionale dei servizi (CNS);
contattando il numero verde 803.164 (gratuito da rete fissa) o il numero 06 164.164 (da rete mobile a pagamento).
Si rammenta che, ai fini della presentazione della domanda, il cittadino richiedente deve essere in possesso di un’attestazione ISEE in corso di validità alla data della domanda.
Cosa importante da tenere presente, è possibile presentare domanda anche per i minori in qualità di genitore o tutore.
La domanda per l’anno 2023 potrà essere presentata a partire dal 18 marzo 2024 fino al 31 maggio 2024. Vista l’esperienza dello stanziamento precedente, vi raccomando di presentare domanda il prima possibile perché non è detto che i fondi siano sufficienti a coprire tutte le richieste che arrivano e perché conta l’ordine cronologico di ricezione.
Elaborazione delle graduatorie, esito della domanda e utilizzo del contributo
Al termine del periodo stabilito per la presentazione delle domande, vengono stilate le graduatorie per l’assegnazione del beneficio, distinte per Regione e Provincia autonoma, tenendo conto del valore ISEE più basso e dell’ordine cronologico di presentazione delle domande.
L’esito della richiesta è notificato tramite SMS e/o e-mail ai soggetti richiedenti, ai recapiti che hanno indicato ed è consultabile sulla medesima procedura utilizzata per la presentazione della stessa nella sezione “Ricevute e provvedimenti”.
In caso di accoglimento della domanda, nel relativo provvedimento è indicato l’importo del beneficio e il codice univoco associato, che deve essere comunicato al professionista, scelto tra gli specialisti regolarmente iscritti nell’elenco degli psicoterapeuti.
Il beneficiario ha 270 giorni di tempo, decorrenti dalla data di pubblicazione del messaggio, per usufruire del Bonus utilizzando il codice univoco attribuito. Decorso tale termine il codice univoco è automaticamente annullato e le risorse non utilizzate saranno riassegnate.
Spero di essere stata utile ed esaustiva dandovi queste informazioni. Vi ricordo solo un’ultima cosa. Anche io sono iscritta nell’elenco degli psicoterapeuti aderenti al Bonus Psicologo, pertanto se avete bisogno di ulteriori informazioni o di iniziare un percorso utilizzando il Bonus sapete che potete contattarmi
Ci rivedremo la prossima settimana e torneremo a parlare di emozioni, quindi restate connessi!!!
Mito 1: “C’è un modo giusto di sentirsi in ogni occasione!”
Salve a tutti,
la scorsa settimana vi ho elencato i 10 miti più comuni sulle emozioni e da oggi li studieremo uno per uno.
Cominciamo col mito n. 1: “C’è un modo giusto di sentirsi in ogni occasione!”
Significherebbe che per ogni situazione che ci troviamo a vivere esiste una sola emozione giusta da provare. Significherebbe che tutte le persone al mondo nella stessa identica situazione proverebbero la stessa emozione. Succede così nella realtà?
Vi faccio un esempio: immaginate una riunione di lavoro in cui il capo fa una lavata di testa ai suoi quattro dipendenti per un errore che hanno commesso. In quel momento uno dei dipendenti si sente arrabbiato perché non trova giusto che il capo li tratti a quel modo, il secondo si sente ferito e umiliato per il giudizio negativo ricevuto, il terzo si sente in colpa per l’errore commesso e il quarto è in ansia perché teme delle conseguenze negative.
Come si spiega che nella stessa identica situazione queste quattro persone provino emozioni diverse?
È semplice e l’avrete intuito da voi. Le emozioni sono connesse con i nostri pensieri e viceversa. Nell’esempio che vi ho fatto i quattro dipendenti fanno pensieri diversi e così provano anche emozioni diverse.
Possiamo affermare che una sola di queste persone prova l’emozione giusta?
I motivi che portano ognuno a provare una certa emozione non sono tutti plausibili?
Converrete con me che è proprio così e questo dimostra che non c’è una emozione giusta da provare in ogni occasione. L’emozione è soggettiva e può essere valida qualunque essa sia.
E non abbiamo considerato quelle situazioni in cui si provano più emozioni contemporaneamente.
Vi è mai capitato di sentirvi in un determinato momento un po’ in ansia ma anche un po’ tristi o un po’ arrabbiati. Come ce lo spieghiamo? Di nuovo una delle emozioni è quella giusta e le altre sono tutte sbagliate?
Forse non consideriamo che la nostra vita è più complessa di come tendiamo a descriverla, ricca di sfaccettature, di mille modi di interpretarla e ciò giustifica il fatto di provare più emozioni.
Vi lascio riflettere su questo punto e vi invito a seguire il mio prossimo post sul secondo mito “Alcune emozioni sono stupide e sbagliate!”. Vedremo se anche questo è vero e nel frattempo…..restate connessi!!!
come preannunciato, ecco il primo video del ciclo “I disturbi d’ansia”, solo che prima di addentrarci nell’argomento ansia, credo sia più opportuno partire da un’introduzione un po’ più generale sulle emozioni.
Oggi quindi vi parlerò dei miti che circolano sulle emozioni.
Parlando con le persone spesso mi rendo conto che hanno delle credenze e convinzioni particolari sulle emozioni proprie e altrui, a volte bizzarre, a volte del tutto irrazionali. In generale riscontro una tendenza a giudicare le emozioni, che quindi vengono etichettate come positive o negative, giuste o sbagliate, pericolose o dannose, utili o inutili.
Le domande allora che mi vengono in mente e che vorrei porvi sono: “Le emozioni sono davvero così?”, “È giusto giudicare le emozioni?” e “Quali sono i giudizi più comuni sulle emozioni?”
Proverò a farvi un elenco dei miti sulle emozioni che sono più frequenti e diffusi e per oggi vi chiedo solo di appuntarvi quelli che qualche volta avete pensato anche voi oppure quelli in cui credete fermamente.
I miti sulle emozioni più comuni sono questi:
C’è un modo giusto di sentirsi in ogni occasione.
Alcune emozioni sono stupide e sbagliate.
Se le persone non approvano le mie emozioni significa che non mi dovrei sentire come mi sento.
I giudici delle mie emozioni sono le altre persone.
Alcune emozioni sono distruttive.
Le emozioni dolorose vanno ignorate, inibite, bloccate o eliminate.
Essere emotivi significa perdere il controllo.
Le emozioni sono inutili.
Le emozioni possono comparire senza ragione.
Far sapere agli altri che sto male è un segno di debolezza.
“Che ne pensate? Dite la verità avete riconosciuto qualche pensiero che avete fatto anche voi? Ve lo siete appuntato?”
Se così fosse, non vi preoccupate perché, come vi ho detto, è piuttosto comune fare di questi pensieri. Tuttavia è bene stabilire se questi pensieri siano attendibili e siano utili.
Nei prossimi video prenderò in esame qualcuno di questi miti e proverò a rispondere alle domande che ho posto in apertura. Nel frattempo provate a pensarci anche voi e come sempre…restate connessi!!!