IL RIMUGINIO

Salve a tutti,

oggi vi parlo di un fenomeno psicologico particolare che spesso si lega all’ansia: il rimuginio mentale.

Il rimuginio o worry è un’attività cognitiva caratterizzata da pensieri analitici, ripetitivi, pervasivi, di tipo verbale e astratto, in molti casi seguito da una focalizzazione visiva di immagini. Esso si distingue per la sua negatività perché tende a mantenere e amplificare stati emotivi negativi e incontrollabilità. Il contenuto del rimuginio riguarda solitamente pensieri catastrofici e preoccupazioni future, senza riuscire a trovare soluzioni pratiche alle situazioni o problemi che ci si trova ad affrontare.

Il rimuginio è un’esperienza comune a tutti e può manifestarsi in vari contesti. Tende a catturare l’attenzione del soggetto che si chiude nella sua mente, si isola nei pensieri e si allontana da ciò che lo circonda. Il rimuginio impedisce di andare oltre un brutto pensiero o una sensazione spiacevole, perchè quando si inizia a rimuginare è difficile smettere.

Il rimuginio ha mostrato di avere un impatto fondamentale nel sostenere e aggravare molti disturbi psicologici come ad esempio i disturbi d’ansia. Il rimuginio è vissuto in questi casi come una modalità di fronteggiamento dell’ansia, generata dalla percezione di situazioni identificate come minacciose, pericolose, incerte e difficili da gestire; quindi rimuginare sulla situazione temuta ha lo scopo di prevenirla e controllarla. Coloro che rimuginano si percepiscono deboli, fragili, insicuri, spaventati, costantemente soggiogati dalla pericolosità del futuro e poco capaci di poter controllare gli eventi incerti. Per questo motivo utilizzano il rimuginio come strumento mentale per anticipare e controllare il possibile verificarsi di un evento futuro temuto. Il non verificarsi delle conseguenze temute determina il rinforzo di tale processo di pensiero e di conseguenza il rimuginio si cronicizza e diventa disfunzionale e maladattivo.

Il rimuginio può quindi avere effetti deleteri sulla salute mentale e fisica ed essere associato a una ridotta qualità della vita, poiché le persone che ne soffrono tendono a evitare situazioni sociali e a sperimentare un aumento dei livelli di stress e tensione.

Per oggi mi fermo qui ma tornerò a parlarvi del rimuginio nel mio prossimo video. A presto e restate connessi!!!

Dr.ssa Michela Pinton

IL DISTURBO D’ANSIA GENERALIZZATA (Part 1)

Salve a tutti,

torniamo a parlare di disturbi d’ansia e oggi vi presento l’ultimo tra quelli classificati: il Disturbo d’Ansia Generalizzata (GAD).

Il disturbo d’ansia generalizzata è caratterizzato dalla preoccupazione che induce una serie di sintomi d’ansia generalizzati e persistenti. Le persone con disturbo d’ansia generalizzata hanno molteplici preoccupazioni, che spesso cambiano nel tempo. La preoccupazione in generale risulta quindi eccessiva rispetto all’evento temuto, pervasiva e difficilmente controllabile dal soggetto. Le preoccupazioni più comuni riguardano le responsabilità lavorative e familiari, il denaro, la salute, la sicurezza, le faccende domestiche e così via.

I pazienti con disturbo d’ansia generalizzata percepiscono di avere meno controllo sulle proprie preoccupazioni, riferiscono di avere una più alta proporzione di preoccupazioni rispetto alle altre persone e riconoscono di trascorrere molto tempo della loro giornata preoccupandosi per cose di secondaria importanza. Le loro preoccupazioni tendono a riflettere una vulnerabilità nel senso di minaccia percepita (ad es., “Qualche cosa andrà male”) e la mancanza di risorse personali nel fronteggiamento delle situazioni (ad es., “Non sono in grado di farcela”). I pazienti con disturbo d’ansia generalizzata si descrivono come persone sensibili, tendenti al nervosismo e alla preoccupazione cronica, detta anche rimuginio, caratteristica cognitiva principale del disturbo.

Gli individui con disturbo d’ansia generalizzata riferiscono generalmente sensazioni di ansia o apprensione che trovano riscontro in un’incapacità generale di rilassarsi o in sintomi più specifici che comprendono:

  • tensione muscolare irrequietezza, tremori
  • stato di attivazione eccessivo, irritabilità o difficoltà di concentrazione

Con il tempo l’ansia e le preoccupazioni costanti possono contribuire a determinare un senso di eccessiva stanchezza, cefalea tensiva, disturbi epigastrici e insonnia.

Per oggi mi fermo qui ma la prossima settimana vi parlerò ancora del disturbo d’ansia generalizzata e in particolare dei criteri per diagnosticarlo. A presto e restate connessi.

Dr.ssa Michela Pinton