L’IPERVENTILAZIONE: UN SINTOMO TIPICO DELL’ANSIA (Part. 2)

Salve a tutti,

riprendo il tema della scorsa settimana ovvero l’iperventilazione, sintomo tipico dell’ansia. In particolare cercheremo di capire il nesso tra ansia/attacco di panico e iperventilazione e quali possono essere i rimedi contro l’iperventilazione.

Sappiamo che, molto spesso, le persone che hanno un attacco d’ansia o di panico iperventilano, cioè respirano in maniera troppo veloce e troppo profonda. Sappiamo anche, dal mio precedente post, che questo modo di respirare può scatenare una serie di sintomi, i quali possono peggiorare l’attacco d’ansia o di panico. Possiamo di conseguenza dedurre facilmente che quello che si instaura è un vero e proprio circolo vizioso perché l’ansia o il panico aumentano la frequenza del respiro e l’iperventilazione alimenta ulteriormente l’ansia o il panico.

Che fare allora se si comincia ad iperventilare per un attacco d’ansia o di panico?

Sono diverse le strategie che si possono mettere in atto per far fronte al problema. L’obiettivo principale è aumentare i livelli di anidride carbonica nel sangue, così che i sintomi gradualmente si attenuino e svaniscano. Per farlo è necessario rallentare il ritmo del respiro in modo da ridurre l’ossigeno introdotto nei polmoni. Ci sono vari metodi che possono aiutare: dal più semplice come respirare in un sacchetto di carta, a più strutturati come le tecniche di respirazione e rilassamento. Tali tecniche possono essere apprese all’interno di un percorso di terapia psicologica. Si ricorda inoltre che un’attività fisica regolare può essere d’aiuto per rallentare il ritmo del proprio respiro. 

Con queste informazioni concludo l’argomento iperventilazione. Ci si rivede la prossima settimana con un nuovo video sempre sul tema dell’ansia. A presto e restate connessi!!!

Dr.ssa Michela Pinton

IL DISTURBO DI PANICO (Part 3)

Salve a tutti,

oggi concludiamo l’argomento “Disturbo di panico” descrivendo un particolare aspetto ovvero il circolo vizioso del panico.

Il modello del circolo vizioso del panico è stato descritto da D.M. Clark nel 1986 e modificato da A. Wells nel 1997. Secondo tale modello avvengono i seguenti passaggi:

  1. EVENTO SCATENANTE = Uno stimolo scatenante esterno o interno che viene percepito dall’individuo come minaccioso o pericoloso attiva l’emozione paura.
  2. RISPOSTA EMOTIVA = L’emozione paura come vi ho descritto più volte innesca delle risposte fisiologiche come ad esempio dolori al petto, palpitazioni, tachicardia, salivazione azzerata, nausea, tremore, fame d’aria, iperventilazione ecc.
  3. INTERPRETAZIONE = Tale cambiamento fisiologico avviene in maniera talmente improvvisa e inspiegabile che il soggetto non riconosce queste risposte per quello che sono, ovvero risposte fisiologiche a qualcosa che ci fa paura ma le interpreta come una gravissima minaccia interna alla propria salute fisica o mentale. Tanto è vero che formula pensieri del tipo “mi sta venendo un infarto”, “ho un malore e sto per morire”, “non ho più il controllo di me stesso, sto per impazzire” e così via.
  4. AROUSAL DELL’ANSIA = Tutto ciò porta ad un incremento della preoccupazione, che non farà altro che acuire le sensazioni somatiche, fino a causare un vero e proprio attacco di panico.

↑ RITORNO E RINFORZO DEL PUNTO 3 = Questo loop di autorinforzo consiste nella paura della paura. Il panico a questo punto diventa oggetto di una preoccupazione anticipatoria, cioè la persona inizia a temere di avere nuovi attacchi di panico.

Coloro che entrano in questo circolo vizioso provano grande sofferenza e di conseguenza tendono a mettere in atto ogni sorta di evitamento o comportamento protettivo al fine di ridurre le sensazioni negative e non avere un’altra crisi. Tali strategie però si rivelano non solo poco efficaci ma addirittura fattori di mantenimento del disturbo. Di questo argomento però vi parlerò in un mio prossimo post.

Con questo video concludo l’argomento “disturbo di panico”. Riprenderò a parlare con voi dei disturbi d’ansia e in particolare dell’Agorafobia dopo una breve pausa per le vacanze natalizie. Tuttavia non mancherò di inviarvi i miei personali auguri nei prossimi giorni e nel frattempo….restate connessi!!!

Dr.ssa Michela Pinton