Un altro video della rassegna “Pillole di psicologia”. In questo filmato vi parlerò delle fasi della terapia per l’ansia in età evolutiva e di alcuni strumenti maggiormente utilizzati. Buona visione.
4 stili educativi e ansia in età evolutiva.
Continuando la rassegna di brevi video dal titolo “Pillole di psicologia”, oggi vi parlerò di quali sono i 4 stili educativi dei genitori che concorrono a mantenere alti livelli di ansia nei propri figli.
Buona visione e se avete domande o pareri da esprimere lasciate pure un vostro commento!
I disturbi d’ansia in età evolutiva.
I disturbi d’ansia in età evolutiva sono gli stessi dell’età adulta: fobie specifiche, disturbo d’ansia sociale, disturbo di panico, agorafobia. In età evolutiva però si aggiungono anche l’ansia da separazione e il mutismo selettivo.
In questo video vi parlerò appunto di questi due disturbi e delle loro principali caratteristiche. Buona visione!
L’educazione affettiva e sessuale a scuola.
Con questo post chiudo per ora l’argomento “I giovani e la sessualità” parlandovi di un tema che è sempre molto dibattuto: E’ utile parlare di sessualità a scuola o è meglio lasciare che questo argomento venga trattato in seno alla famiglia? Vediamo cosa ci dicono i dati di ricerca e le esperienze sul campo.
Quando i giovani vengono intervistati nella maggioranza dei casi raccontano di non parlare con i propri genitori dell’argomento sessualità. Le informazioni principalmente le ricavano dal confronto con i coetanei e al giorno d’oggi da internet. Ciò significa che questo argomento è ancora poco trattato nell’ambito familiare.
Cosa succede invece nelle scuole? Il dibattito sul fatto se sia opportuno trattare l’argomento sessualità in ambito scolastico è ancora presente anche se ricordo che già se ne discuteva quando andavo a scuola io …. un po’ di tempo fa! Oggi come allora il sesso sembra essere ancora un argomento tabù per cui quando viene proposto a scuola in molti casi si alza il coro dei genitori che, se non si oppone, almeno pone molti vincoli rispetto a cosa, come, quando e quanto si spiegherà agli alunni. Inoltre spesso ci si dimentica che oltre all’educazione sessuale esiste anche quella affettiva che è tanto quanto se non più importante, ma che viene del tutto tralasciata. Risultato: l’educazione affettiva e sessuale in Italia non essendo materia obbligatoria come in altri paesi europei, viene inserita nei piani scolastici solo in alcune scuole e solo con brevi progetti di prevenzione. Di conseguenza le conoscenze dei giovani italiani sono ancora molto scarse su questo tema.
Eppure l’educazione affettiva e sessuale dovrebbe essere parte integrante dell’educazione alla salute in generale, che è un diritto di tutti i cittadini. Dovrebbe essere obbligatoria, di qualità elevata e dovrebbe comprendere piani educativi che permettano di aumentare le conoscenze e trasformarle in competenze. Su questo purtroppo siamo ancora molto lontani rispetto ad altri paesi. E’ importante quindi da parte di tutti i professionisti che si occupano di infanzia e adolescenza continuare a sensibilizzare l’opinione comune su questo argomento. Nel mio piccolo è ciò che cerco di fare dando qualche informazione in più e continuando a lavorare con i giovani, con le loro famiglie e con le scuole.
I sintomi dell’ansia in età infantile.
Questo è il primo video di una serie intitolata “Pillole” che tratterà vari argomenti di psicologia. In questo breve filmato vi parlo dei sintomi dell’ansia in età evolutiva. Buona visione!
Adolescenti e sessualità: la dipendenza dal sesso.
Continuando la nostra esplorazione sul tema adolescenti e sessualità, oggi vi parlerò della dipendenza dal sesso, di quali possono essere i fattori di rischio e di quali possono essere le conseguenze.
Dalle interviste di adolescenti che manifestano una dipendenza dal sesso, che può consistere in un accesso smodato a materiale pornografico, masturbazione frequente e protratta a lungo nel tempo o ricerca continua di rapporti sessuali “fast food”, tutte attività che finiscono con l’inficiare diversi ambiti della vita dei ragazzi (studio, famiglia, relazioni sociali, interessi….), si evince che molto spesso il sesso è usato come una sorta di confort zone in cui potere rifugiarsi per sfuggire ad un malessere emotivo interiore. Questi ragazzi infatti raccontano di provare una sorta di vuoto interiore o di dolore che però non riescono a nominare e condividere. Spesso questi stati emotivi angosciosi sono collegati a crisi d’identità, senso di inadeguatezza, senso di indegnità e disvalore, che possono emergere ed essere elaborati solo grazie all’aiuto di professionisti. Ma se i ragazzi si sentono soli in tutto questo, pur di uscire dallo stato di sofferenza, cercano il sesso ossessivamente perché la sofferenza in qualche modo ingloba tutto lo spazio della loro vita, ne rovina la qualità e li lascia senza speranza. Il sesso serve a placare almeno temporaneamente questo dolore.
Purtroppo questa soluzione ha dei risvolti ancora più negativi:
- Prima di tutto una volta finito l’atto sessuale il dolore ritorna e ciò spinge di conseguenza a ripeterlo in maniera compulsiva entrando in classico circolo vizioso;
- Il bisogno urgente di vivere la sessualità in modo immediato finisce col compromettere la funzione del desiderio sessuale, arrivando perfino a disfunzioni sessuali vere e proprie come l’impotenza o l’eiaculazione precoce;
- L’eccesso di masturbazione o di rapporti sessuali può portare anche alla ricerca della trasgressione o alle parafilie se i normali rapporti non soddisfano più;
- La sessualità perde del tutto la sua dimensione affettiva, creativa, fantasiosa, misteriosa e diventa solo un gesto meccanico;
- Si perde la possibilità di conoscere sé stessi e l’altro attraverso la sessualità, non è più un momento di scambio, di intimità e complicità tra due persone ma l’altro è solo uno strumento per la soddisfazione personale;
- Infine si può arrivare all’isolamento scolastico, affettivo, sociale.
Per i ragazzi adolescenti non è facile rendersi conto di tutti questi rischi e conseguenze negative. Per questo motivo servono persone capaci di star loro vicino, di comprenderli, di ascoltarli senza giudizi e soprattutto di aiutarli ad entrare in contatto con i loro vissuti interni, per riconoscerli e condividerli. Inutile ripetere che noi psicologi siamo a disposizione per tutto questo, ma c’è ancora tanto lavoro da fare perché gli adolescenti sentano di avere questa possibilità. Work in progress!!!
La psicologa risponde. Argomento: la separazione dei genitori.
Ciao a tutti, qualche giorno fa vi ho chiesto consiglio rispetto ad alcuni temi da trattare nell’ambito di incontri con i genitori e vi ringrazio per le numerose risposte che mi sono arrivate. Dato che, tra i vari argomenti, mi avete proposto questo titolo, “gli effetti traumatici sui figli della separazione tra genitori”, vi propongo la risposta che avevo dato ad una mail di un padre preoccupato per questo motivo, come primo spunto di riflessione sull’argomento. Buona lettura.
“Sono giunto alla conclusione di una separazione con mia moglie ma il mio problema è dirlo ai figli, la più grande ha 10 anni e ha bisogno di una spiegazione. Come devo dirle questo … non so dobbiamo spiegarlo insieme o la prendo in disparte? MI CONSIGLI grazie”
Caro papà, è necessario che parli con i suoi figli con chiarezza e sincerità, nel modo più semplice che può, e spiegando loro la situazione. Se i rapporti con sua moglie lo consentono sarebbe ancora meglio se lo faceste insieme, dimostrando quindi che questa è una decisione che avete concordato insieme. Ricordi che anche se sono bambini vedono, sentono ed hanno emozioni e pensieri esattamente come noi adulti, possono capire molto più di quanto noi immaginiamo ma hanno più bisogno del nostro aiuto per gestire le situazioni difficili. Non complichi quindi la situazione inventando scuse o facendo finta che non stia succedendo niente, anche se pensa di farlo per il loro bene. Presto o tardi la verità salterebbe agli occhi e a quel punto i suoi figli potrebbero sentirsi anche traditi da un papà che non è stato sincero con loro. Se poi comunque emergessero dei problemi di adattamento al nuovo assetto familiare, sappia che può sempre contattarmi. Auguro buona fortuna a lei e ai suoi figli. Dr.ssa Michela Pinton
Prossimi incontri.
Ciao a tutti, oggi invece di parlarvi di un argomento vorrei farvi una domanda. Sto pianificando degli incontri per i genitori e vorrei sapere:
“Se siete genitori quali argomenti vi piacerebbe approfondire rispetto all’infanzia e/o adolescenza con una psicologa dell’età evolutiva?”
Sarò grata a tutti coloro che spenderanno un minuto del loro tempo per darmi qualche suggerimento perchè ci terrei a trattare argomenti che interessano al pubblico. Dr.ssa Michela Pinton
Adolescenti, amore e sessualità ai tempi dei social network.
In questo articolo vi darò qualche dato circa la fruizione in internet di argomenti che riguardano la sessualità da parte degli adolescenti e cercheremo di capire insieme cosa li spinge al cybersex (dipendenza da sesso virtuale) o a praticare il sexting (scambio di testi, immagini e video con contenuti sessuali espliciti con altri).
E’ sotto gli occhi di tutti ormai che gli adolescenti di oggi sono costantemente connessi a internet. Lo strumento che maggiormente usano per questo è lo smathphone perché permette loro di connettersi in qualunque momento, in qualunque luogo, in maniera del tutto autonoma e con minor controllo esterno. Tra tutti i contenuti disponibili nella rete, quelli sessuali costituiscono una buona fetta. Ricerche internazionali parlano di fruizione di contenuti sessuali da parte di bambini/ragazzi tra i 9 e i 17 anni in costante aumento. Sembra un fenomeno inarrestabile soprattutto tra i maschi. Il 50% dei casi accede a contenuti pornografici, i maschi in percentuale doppia rispetto alle femmine. L’età in cui di solito entrano in contatto con questi contenuti è tra i 10 e i 13 anni. Insomma il consumo di pornografia sembra essersi esteso e generalizzato da quando esiste il web.
Quali sono i motivi per cui gli adolescenti accedono a contenuti sessuali on line?
- Per avere informazioni sulla sessualità in mancanza di altri supporti come la famiglia, la scuola o altri professionisti. Internet gli permette di sapere di tutto e di più sull’argomento, dall’anatomia, alle svariate pratiche sessuali, alle patologie legate alla sessualità. Più ne sanno, più viene loro attribuito uno status superiore dai pari con cui condividono le informazioni. Da un punto di vista teorico i giovani di oggi sembrano avere una conoscenza enciclopedica sul tema. Da internet ricavano informazioni che non riescono a chiedere ai genitori (forse per il gap generazionale), che la scuola ancora non riesce a fornire loro (forse perché non ha ancora trovato la formula giusta e un linguaggio adeguato). Gli altri professioni a cui potrebbero rivolgersi sembrano ancora troppo distanti e irraggiungibili.
- Per accrescere il proprio piacere e desiderio personale sia in solitudine che in relazione con qualcun altro. In entrambi i casi usufruire di materiale pornografico di solito si accompagna alla masturbazione. Tra gli adolescenti ci sono casi in cui il cybersex li porta ad evitare le relazioni sociali reali, a isolarsi e cadere nella dipendenza da sesso virtuale ma ci sono anche adolescenti che hanno relazioni sociali e sessuali soddisfacenti e che affermano di integrare con la pornografia il proprio piacere sessuale rispetto a pratiche che con il/la proprio/a partner non potrebbero mettere in atto. In questi casi la pornografia non sostituisce ma si associa ai rapporti reali vissuti dai ragazzi.
Una pratica molto in voga tra gli adolescenti è il sexting. Si scambiano contenuti sessuali personali per due motivi: per esplorare la sessualità, fare nuove esperienze o come forma di corteggiamento e dimostrazione di affetto. Il sexting di solito sottende un patto di reciprocità e fedeltà ma i ragazzi non sembrano in grado di prevedere i rischi di questa pratica. Per esempio non considerano il fatto che alla loro età, emozioni, sentimenti, relazioni possono cambiare velocemente e, con la leggerezza che li contraddistingue, il patto può rompersi facilmente. Le conseguenze sono spesso negative perché quei contenuti scambiati possono diventare un’arma di ricatto e possono essere divulgati nella rete. Gli esiti di simili comportamenti possono essere devastanti per la reputazione di una persona ed avere un impatto psicologico pesante. Fortunatamente esiti di questo tipo non sono molto diffusi.
Tirando le somme quali sono gli aspetti positivi e i rischi della fruizione dei contenuti sessuali dei ragazzi attraverso internet? Di positivo c’è che in fondo i nativi digitali non sono poi così diversi dagli adolescenti di qualche anno fa. Ciò che li muove è la curiosità, condividono ciò che sanno con i loro pari come accadeva un tempo e nella maggioranza dei casi il sesso virtuale è solo una componente aggiuntiva alle relazioni sociali che hanno nella vita reale. Di rischioso c’è che questi ragazzi non trovano ancora qualcuno di competente che sia in grado di comunicare con loro su questo argomento e di fornirgli le giuste competenze non solo in campo sessuale ma anche in campo affettivo, emotivo, relazionale. E poi il cybersex e il sexting, se non vengono praticati nel modo giusto, possono diventare effettivamente un problema per qualcuno di questi ragazzi. Voi cosa ne pensate? Che siate, genitori, insegnanti o altri di riferimento per ragazzi adolescenti, riuscite a parlare con loro di sesso? Quando ne parlate, quanto, come e di quali argomenti? Forse condividere le reciproche esperienze potrebbe essere di aiuto a chi ancora non è riuscito ad affrontare questo tema spinoso.
Ringraziamenti
La dr.ssa Gamba, il dr. Pasetto ed io vorremmo ringraziare i numerosi presenti alla serata sulla “Rabbia e Violenza” che si è tenuta lo scorso giovedì sera presso il Centro Clinico di Verona. La partecipazione attiva dei presenti ci ha dimostrato che l’argomento ha colto l’interesse del pubblico. Speriamo di aver esaudito le aspettative, le nostre lo sono state di certo. Siamo così soddisfatti che stiamo già mettendo in cantiere il prossimo evento. Buona domenica a tutti!