Nel Centro di Psicoterapia Scaligero ci interroghiamo spesso su quelli che sono i fenomeni attuali, di cui si parla maggiormente.
Data la preoccupazione di molti genitori legata all’utilizzo massiccio di TikTok da parte dei figli, ci siamo interessati alla relazione tra il famoso social network e il benessere degli adolescenti.
Tiktok nasce nel 2016 e in pochissimo tempo si diffonde in tutto il mondo, soprattutto all’interno della popolazione giovanile. Nel 2020 conta in Italia più di 2 milioni e mezzo di utenti e la sua espansione non sembra rallentare.
Ci siamo chiesti innanzitutto, perché i giovani usano TikTok?
Da quanto emerge in letteratura, sembra che TikTok non sia solo un “capriccio” per gli adolescenti, ma un vero e proprio bisogno.
Secondo Shao (2018) TikTok fornisce agli adolescenti la possibilità di sentirsi parte del loro gruppo di pari, di mettersi in luce al suo interno e di ricevere feedback su sé stessi, in modo da potersi conoscere meglio.
Bucknell, Kottasz e altri autori sottolineano, inoltre, come la partecipazione attiva a TikTok,
attraverso la creazione di contenuti sotto forma di video brevi, sia motivata dalla necessità di
espandere la propria rete sociale, esprimersi in modo creativo e cercare il successo.
Anche l’utilizzo passivo (osservare i video altrui) sembra avere una certa utilità, perché in grado di far evadere i giovani dalla loro quotidianità.
In una realtà in cui, la maggior parte dei giovani utilizza TikTok, non farlo vuol dire essere esclusi dal gruppo.
Una volta compreso il perché è così importante avere un account sul social network, ci siamo posti una seconda domanda:
TikTok rappresenta davvero una fonte di benessere per gli adolescenti?
Sembra che la risposta che emerga dalla letteratura sia negativa.
A differenza di altri social, quali Facebook, Instagram o Twitter, l’interazione principale dei ragazzi non è con altri utenti ma con “una versione algoritmizzata” di sé. TikTok sfrutta un algoritmo molto veloce che permette di cogliere quasi istantaneamente gli interessi di chi lo usa, così da personalizzare l’esperienza in base alle sue preferenze. Ciò si traduce nell’essere catturati con estrema rapidità da un flusso di video personalizzati, suscitando esperienze molto immersive e potenziale “dipendenza” (Bhandari & Bimo, 2020).
Al contrario quindi di altri social network, non è stata rilevata nessuna relazione tra TikTok,
supporto sociale e benessere, sia se usato attivamente che passivamente.
Secondo Kross e altri autori (2021) anche il confronto con persone di maggior successo e l’accesso alle cosiddette “sfide” potrebbe determinare effetti dannosi sull’esperienza di utilizzo.
Nota positiva invece, TikTok, come altri social network, può essere sfruttato per la diffusione di conoscenze e informazioni positive tra i giovani. A questo proposito, durante l’emergenza Covid, il governo cinese ha deciso di adottarlo quale strumento di diffusione di conoscenze sanitarie (come l’importanza dell’utilizzo di mascherine) attraverso video brevi. L’iniziativa è stata accolta positivamente tra i giovani.
Cosa possiamo concludere quindi su TikTok?
Nonostante la ricerca ad oggi sia ancora limitata, è importante sottolineare che, nonostante TikTok non sembri produrre un reale benessere in chi lo utilizza, quando si parla di adolescenti l’appartenenza ad un gruppo, così come l’aumento dell’indipendenza dagli adulti e l’esplorazione della propria identità, diventa un bisogno fondamentale; possiamo dunque ipotizzare che il “non uso” di questi strumenti possa rappresentare una fonte di malessere per i giovani, di fatto peggiore del suo utilizzo. È importante comunque incoraggiare i ragazzi ad usarlo con moderazione, a
limitarne il tempo di utilizzo e ad interagire con il gruppo di pari non solo online, ma anche offline.
Quest’ultimo aspetto permetterebbe all’adolescente di poter disporre in maniera equilibrata degli strumenti a sua disposizione, per favorire una migliore e più sana inclusione.
Dr.ssa Francesca Arganetto