IL DISTURBO DI PANICO (Part 3)

Salve a tutti,

oggi concludiamo l’argomento “Disturbo di panico” descrivendo un particolare aspetto ovvero il circolo vizioso del panico.

Il modello del circolo vizioso del panico è stato descritto da D.M. Clark nel 1986 e modificato da A. Wells nel 1997. Secondo tale modello avvengono i seguenti passaggi:

  1. EVENTO SCATENANTE = Uno stimolo scatenante esterno o interno che viene percepito dall’individuo come minaccioso o pericoloso attiva l’emozione paura.
  2. RISPOSTA EMOTIVA = L’emozione paura come vi ho descritto più volte innesca delle risposte fisiologiche come ad esempio dolori al petto, palpitazioni, tachicardia, salivazione azzerata, nausea, tremore, fame d’aria, iperventilazione ecc.
  3. INTERPRETAZIONE = Tale cambiamento fisiologico avviene in maniera talmente improvvisa e inspiegabile che il soggetto non riconosce queste risposte per quello che sono, ovvero risposte fisiologiche a qualcosa che ci fa paura ma le interpreta come una gravissima minaccia interna alla propria salute fisica o mentale. Tanto è vero che formula pensieri del tipo “mi sta venendo un infarto”, “ho un malore e sto per morire”, “non ho più il controllo di me stesso, sto per impazzire” e così via.
  4. AROUSAL DELL’ANSIA = Tutto ciò porta ad un incremento della preoccupazione, che non farà altro che acuire le sensazioni somatiche, fino a causare un vero e proprio attacco di panico.

↑ RITORNO E RINFORZO DEL PUNTO 3 = Questo loop di autorinforzo consiste nella paura della paura. Il panico a questo punto diventa oggetto di una preoccupazione anticipatoria, cioè la persona inizia a temere di avere nuovi attacchi di panico.

Coloro che entrano in questo circolo vizioso provano grande sofferenza e di conseguenza tendono a mettere in atto ogni sorta di evitamento o comportamento protettivo al fine di ridurre le sensazioni negative e non avere un’altra crisi. Tali strategie però si rivelano non solo poco efficaci ma addirittura fattori di mantenimento del disturbo. Di questo argomento però vi parlerò in un mio prossimo post.

Con questo video concludo l’argomento “disturbo di panico”. Riprenderò a parlare con voi dei disturbi d’ansia e in particolare dell’Agorafobia dopo una breve pausa per le vacanze natalizie. Tuttavia non mancherò di inviarvi i miei personali auguri nei prossimi giorni e nel frattempo….restate connessi!!!

Dr.ssa Michela Pinton

DISTURBO DI PANICO (Part 2)

Salve a tutti,

in questo video vi parlerò di nuovo del disturbo di panico e in particolare di quando e come si manifestano gli attacchi di panico.

Gli attacchi di panico si manifestano in modo improvviso e intenso, generalmente raggiungono in maniera molto rapida l’apice di intensità emotiva e sono di breve durata, di solito durano 10/15 minuti o meno. Può capitare che vi siano persone che provano attacchi di panico meno frequenti e più intensi, mentre altre posso avere attacchi più frequenti ma con sintomi più leggeri.

I sintomi fisici e cognitivi degli attacchi di panico, così come indicati dal DSM5, sono:

1. Palpitazioni o battito cardiaco accelerato.

2. Sudorazione.

3. Tremore o agitazione.

4. Sensazioni di mancanza di respiro o soffocamento.

5. Dolore o fastidio al petto.

6. Nausea o disturbi addominali.

7. Sensazione di vertigini, instabilità, stordimento o svenimento.

8. Brividi o sensazioni di calore.

9. Parestesie (sensazioni di intorpidimento o formicolio).

10. Derealizzazione (sentimenti di irrealtà) o depersonalizzazione (essere distaccati da se stessi).

11. Paura di perdere il controllo o di “impazzire”.

12. Paura di morire.

Per parlare di attacco di panico non è necessario che si manifestino tutti i sintomi elencati. Molte crisi di panico sono caratterizzate solo da alcuni di questi. La frequenza e la gravità dei sintomi può cambiare nel corso del tempo e a seconda delle situazioni.

Il disagio generato dagli attacchi di panico è spesso accompagnato da vergogna e timore che il malessere sia percepito dalle altre persone favorendo un’immagine di sé “debole”. Il carattere improvviso degli attacchi di panico e la loro relativa imprevedibilità, porta spesso le persone che hanno questo problema a sentirsi particolarmente deboli e vulnerabili, condizione che conduce spesso a un cambiamento significativo della vita.

Spero che queste informazioni vi tornino utili. Ci vediamo la prossima settimana con un altro video in cui vi parlerò di qualche altro aspetto caratteristico del disturbo di panico. A presto e restate connessi!!!

Dr.ssa Michela Pinton

IL DISTURBO DI PANICO (Part 1)

Salve a tutti,

per restare nel tema dell’ansia oggi vi parlerò degli attacchi di panico e del disturbo di panico, spiegando cosa sono e come si manifestano.

Chiunque abbia vissuto un attacco di panico, lo descrive come un’esperienza terribile, improvvisa ed inaspettata. Gli attacchi di panico infatti si manifestano come un’improvvisa e intensa paura in assenza di un reale pericolo, accompagnata da dei sintomi fisici molto intensi. Il primo attacco di panico è quindi generalmente inaspettato, per cui chi lo vive si spaventa molto e, allarmato dai sintomi, si rivolge al pronto soccorso.

Di frequente il singolo attacco di panico tende a sfociare facilmente in un vero e proprio disturbo. Dato il terrore provato, spesso chi è colpito dall’attacco di panico sviluppa la paura di una nuova crisi. Un attacco di panico sfocia in un vero e proprio disturbo di panico quando si instaura la “paura della paura” e gli attacchi diventano frequenti e inaspettati. Inoltre il disturbo di panico è caratterizzato da sintomi cognitivi come paura di impazzire, di perdere il controllo o paura di morire e da comportamenti di evitamento di quei luoghi o quelle situazioni dai quali sarebbe difficile o imbarazzante allontanarsi, o nei quali potrebbe non essere disponibile un aiuto. Per esempio si evitano i viaggi nei mezzi pubblici, la guida dell’auto, lo stare in mezzo a una folla o situazioni simili.

Secondo il DSM-5, è possibile diagnosticare un disturbo di panico, se vengono soddisfatti i seguenti criteri:

A) presenza di attacchi di panico inaspettati e ricorrenti, dei quali almeno uno è seguito da un mese (o più) di preoccupazione persistente di avere altri attacchi e/o di preoccupazione relativa alle implicazioni o alle conseguenze dell’attacco (ad esempio, perdere il controllo, avere un infarto cardiaco, impazzire), e seguiti da una significativa alterazione del comportamento.

B) presenza o assenza di Agorafobia

C) gli attacchi di panico non devono essere causati dagli effetti fisiologici diretti di una sostanza o di una condizione medica generale.

Può capitare che le crisi di panico si intensifichino in periodi di vita più stressanti, tra cui troviamo: l’inizio di una convivenza, il matrimonio o la separazione; la malattia o il lutto di una persona cara; problemi scolastici, lavorativi ed economici.

Per oggi mi fermo qui ma nel prossimo video continuerò a parlarvi del disturbo di panico e nello specifico dei suoi sintomi. A presto allora e restate connessi!!!

Dr.ssa Michela Pinton