NUOVE TECNOLOGIE: COME STANNO MODIFICANDO IL NOSTRO CERVELLO?

Ciao a tutti,

vorrei continuare a parlarvi delle nuove tecnologie e di come stanno modificando il nostro cervello, prendendo spunto da una serata che ho condotto insieme a due miei colleghi qualche mese fa presso a Verona.

Uno dei temi di cui mi sono occupata è l’influenza che la connessione ai vari devices ha sulle nostre capacità attentive.

Prima di addentrarmi in questo argomento mi sembra opportuno definire cos’è l’attenzione. Per attenzione si intende l’insieme di quei dispositivi e meccanismi cognitivi che permettono di concentrare le proprie risorse mentali su alcune informazioni piuttosto che su altre. L’attenzione ci consente infatti di esplorare attivamente l’ambiente e di focalizzarci soltanto sui fenomeni che ci interessano; ci permette di pianificare le azioni future basandoci sul monitoraggio dell’ambiente e sulla connessione di ricordi e/o sensazioni esperite in passato.

Nel corso del tempo sono state riconosciute diverse tipologie d’attenzione:

1) l’Attenzione divisa che ci permette di controllare simultaneamente due o più fonti di informazioni;

2) l’Attenzione sostenuta, ossia la capacità di una persona di prestare attenzione al campo della stimolazione per un periodo prolungato;

3) l’Attenzione selettiva, ossia la capacità di selezionare fra molte fonti di informazioni solo alcuni stimoli ignorandone altri.

Chiariti questi concetti, ritorniamo al tema principale ovvero se, quanto e come le nuove tecnologie influenzano l’attenzione. A tal proposito vi posso dire che sono in atto numerose ricerche in tal senso. Alcune tra le più importanti sono state riportate in una puntata di “Presa diretta” dello scorso anno dal tutolo “Iperconnessi”.  Qui sotto trascrivo per voi il link della trasmissione.

Innanzitutto mi preme ricordare che molte ricerche sono ancora in itinere e che potremmo disporre di dati certi tra qualche anno, visto che questa rivoluzione tecnologica, che ha così modificato il nostro stile di vita, è recente ed in continua evoluzione.

Detto questo, riassumo per voi i dati di una ricerca di Ophir et altri, contenuta nella Raccolta World Psychiatry 2019, in cui si evidenzia che l’utilizzo delle nuove tecnologie comporta una esposizione continua a stimoli simultanei (mail, notifiche, messaggi…) e ciò provoca i seguenti una serie di effetti che possono avere risvolti sia positivi che negativi:

  1. Spostiamo la nostra attenzione da uno stimolo all’altro con maggiore frequenza rispetto al passato e il tempo che trascorriamo in modalità attenzione divisa è superiore al tempo che dedichiamo all’attenzione sostenuta;
  2. L’attenzione divisa ci ha permesso di sviluppare maggiormente le nostre capacità di multitasking ossia di svolgere più compiti contemporaneamente come ad esempio rispondere ad una mail, ad una telefonata e a un nostro collega contemporaneamente;
  3. Siamo molto più suscettibili alle fonti di distrazione rispetto a qualche tempo fa ma non solo, molto più spesso ci distraiamo o spostiamo la nostra attenzione su un altro stimolo volontariamente, Pensate per esempio a quante volte controlliamo il nostro cellulare senza che sia arrivata nessuna notifica anche se siamo impegnati in un’altra attività;
  4. Se siamo così facilmente distraibili significa che dobbiamo compiere uno sforzo maggiore per mantenere l’attenzione su un unico campo.

Questa ricerca infine descrive una generale caduta delle prestazioni cognitive da quando usiamo le nuove tecnologie. Ciò non mi stupisce molto. Penso per esempio a bambini e adolescenti che sono tra i maggiori fruitori delle nuove tecnologie. Chi fa l’insegnante forse se ne è accorto come me che da diversi anni lavoro a progetto in scuole di ogni ordine e grado: il tempo di attenzione degli alunni si è via via ridotto sempre di più e per loro è davvero uno sforzo importante mantenere l’attenzione per un certo tempo. Purtroppo però la riduzione dell’attenzione sostenuta rende difficile l’apprendimento e può quindi portare ad un calo delle prestazioni scolastiche.

Non vorrei che queste ultime mie considerazioni fossero lette come una sorta di demonizzazione nei confronti delle nuove tecnologie perché non è così. Sono convinta che l’uso di questi strumenti porti con sé sia vantaggi che svantaggi e che ancora non siano ben chiari e definiti perciò il mio invito è quello di sospendere ogni giudizio e semmai valutare caso per caso. Comunque continuerò a parlarvi di questo argomento anche nei prossimi articoli, cercando se possibile di fare sempre più chiarezza.

A presto quindi e come sempre, se volte lasciare un commento o una domanda, sarò lieta di rispondere.

NUOVE TECNOLOGIE: DATI DI RICERCA SULL’UTILIZZO IN ETA’ EVOLUTIVA

Continuiamo a parlare di nuove tecnologie e di come possono influenzare il nostro stile di vita, vi presento lo stralcio di una serata che ho condotto qualche mese fa con due colleghi a Verona. In questo video riporto alcuni dati di ricerca relativi all’uso che bambini e adolescenti fanno delle nuove tecnologie in Italia.

Poi nei prossimi post mi addentrerò su alcuni risvolti importanti dell’utilizzo delle nuove tecnologie. Buona visione!

Dr.ssa Pinton Michela

NUOVE TECNOLOGIE: DATI DI RICERCA SUL LORO UTILIZZO.

Continuando a restare in tema di nuove tecnologie e di come possono influenzare il nostro stile di vita, vi presento lo stralcio di una serata che ho condotto qualche mese fa con due colleghi a Verona.

In questo video riporto alcuni dati di ricerca relativi all’uso che le persone adulte fanno delle nuove tecnologie sia in Italia che all’estero. Già solo la presentazione di questi dati può essere uno spunto di riflessione importante. Infatti vi pongo questa semplice domanda: quanto tempo trascorrete connessi ad un qualche strumento tecnologico? Vi siete mai misurati in tal senso? Io l’ho fatto e invito tutti a fare una prova.

Poi nei prossimi post mi addentrerò su alcuni risvolti importanti dell’utilizzo delle nuove tecnologie. Buona visione intanto!

NUOVE TECNOLOGIE: VANTAGGIO O SVANTAGGIO RISPETTO AL RITIRO SOCIALE?

Nel mio precedente articolo vi ho descritto il ritiro sociale, inteso come un graduale distacco dalle opportunità di interazione sociale.

Nella maggior parte dei casi di ritiro sociale si è evidenziato un uso delle nuove tecnologie prolungato nel tempo, spesso per molte ore nell’arco di una giornata. Questo uso smodato in aggiunta al ritiro stesso può portare a conseguenze negative per la salute di queste persone, basti solo pensare come esempio a come si altera il ritmo sonno-veglia.

Queste evidenze hanno portato molti a credere che le nuove tecnologie portino a sviluppare una dipendenza e di conseguenza al ritiro sociale, che diventa quindi il modo per poter stare sempre connessi.

Di fatto però al momento questa sembra solo una credenza, non ci sono evidenze scientifiche che dimostrino che le nuove tecnologie siano la causa del ritiro sociale e ce lo dimostrano alcuni casi molto diversi: ad esempio non tutte le persone che usufruiscono delle nuove tecnologie sviluppano una dipendenza e poi ci sono casi in cui l’uso smodato dei vari devices è conseguente al ritiro sociale. Per questi ultimi l’essere connessi attraverso le nuove tecnologie sembra l’unico modo per mantenere un qualche contatto con il mondo esterno. Ve la sentireste voi di diminuire o togliere questo unico modo di restare connessi con gli altri a queste persone?

Forse una visione più realistica del rapporto tra nuove tecnologie e ritiro sociale è un rapporto di tipo circolare dove le une rinforzano l’altro e viceversa.

Queste ultime considerazioni però ci portano a riflettere sulla visione che abbiamo di questi nuovi strumenti:

1. l’avvento delle nuove tecnologie è talmente recente e l’evoluzione delle stesse nel tempo talmente rapida che non siamo al momento in grado di valutare o prevedere l’impatto che avranno sul nostro funzionamento;

2. pensare di bloccare in qualche modo questa fenomeno che ha così rivoluzionato il nostro stile di vita è puramente utopistico soprattutto se pensiamo ai nativi digitali che crescono utilizzando la tecnologia;

3. possiamo solo cercare di capire e studiare il fenomeno e cercare di stare al passo con i nativi digitali per tenere sempre un canale di comunicazione aperto con le nuove generazione o il gap diventerà incolmabile.

Forse potremmo, perché no, allearci con i giovani per capire quali sono le opportunità e i vantaggi che vedono nelle nuove tecnologie. In generale credo sia importante tenere la mente aperta e provare a vedere questi strumenti non solo come un rischio ma anche come un’opportunità. Già oggi può essere un modo per interagire con i nativi digitali, per comunicare con loro parlando la stessa lingua e può essere un modo per creare un primo contatto anche con chi si è ritirato dalla società, il resto, qualcuno ha scritto, “lo scopriremo solo vivendo”!

Questo è il mio pensiero e voi che ne dite? Se siete connessi perché non condividete le vostre opinioni, riflessioni o domande?

A presto con un altro post in tema. Stay tuned!

RITIRO SOCIALE: PATOLOGIA O SCELTA?

Nel mio precedente articolo avevo promesso che mi sarei addentrata di più nella definizione di Ritiro Sociale ed eccomi qui.

Cercherò di spiegarlo nel modo più semplice e chiaro perché come vi avevo anticipato si tratta di una dimensione complessa.

Per dimensione si intende un insieme di caratteristiche che possono essere misurate sia per qualità che per quantità e nel caso del ritiro sociale possono essere le motivazioni, le emozioni e i comportamenti ad esso connessi.

Il Ritiro Sociale consiste in pratica nel sottrarsi gradualmente alle opportunità di interazione sociale fino alla chiusura totale al mondo, ovvero quei casi in cui una persona si chiude in una stanza senza più vedere nessuno, neanche i propri familiari, per molto molto tempo, mesi o addirittura anni.

Il Ritiro Sociale è un aspetto che può presentarsi in diverse patologie (depressione, fobia sociale, autismo …) per questo è definito transdiagnostico.

La traiettoria di chiusura alla società di solito nasce presto, a volte già nell’infanzia, e dipende da diversi fattori individuali (per es. la timidezza e le abilità sociali), relazionali (per es. la validazione e il giudizio degli altri) e ambientali (per es. il tempo e la numerosità del contesto). Questi fattori possono diventare fattori di rischio o fattori protettivi a seconda di se, quanto e come si presentano. Per esempio avere sufficienti abilità sociali può essere un fattore protettivo rispetto al ritiro sociale.

E’ importante considerare le motivazioni interne che spingono il soggetto a ritirarsi: disinteresse sociale o timidezza conflittuale. Vi sono infatti tre tipi di ritiro sociale:

1) persone che avrebbero interesse a stare con gli altri ma che per ansia e vergogna non ci riescono;

2) persone che provano un senso di estraneità e non appartenenza che inibisce il desiderio di stare con gli altri e li pone in una condizione del tipo “ci sto ma anche no”;

3) persone che sono distaccate e stanno bene così.

Si può dedurre quindi che non sempre il ritiro sociale è una patologia, a volte può essere vissuto come una scelta, un desiderio. Pensate ad esempio al bambino che gioca da solo o all’adolescente che si chiude in camera sua: probabilmente il primo sta sviluppando delle capacità e il secondo sta costruendo la sua identità. Di conseguenza per capire se alcuni segnali sono sintomo di una patologia è importante affidarsi ad un professionista che sappia valutare il grado di adattamento del soggetto che si ritira.

Visto che segni e sintomi del ritiro sociale possono manifestarsi già nell’infanzia e nell’adolescenza, senza cadere in facili allarmismi, qualora ci fosse un dubbio la cosa migliore è rivolgersi ad una psicoterapeuta che possa una corretta valutazione e ricordate sempre che prevenire è meglio che curare!

Ora vi lascio riflettere su questo punto e vi rimando al mio prossimo articolo su questo interessante argomento. Se avete domande e vostre riflessioni da condividere sono sempre ben accette. Stay tuned!

ritiro sociale frase

HIKIKOMORI, RITIRO SOCIALE E NUOVE TECNOLOGIE.

Qualche giorno fa ho assistito alla conferenza del dott. Michele Procacci sul “Ritiro Sociale” ed uno dei temi principali trattati è stato l’uso delle nuove tecnologie, ovvero se e come può influire sul ritiro sociale.

Cercherò di definire meglio il “Ritiro Sociale” nel mio prossimo articolo perché si tratta di una dimensione piuttosto complessa mentre per oggi vorrei concentrarmi su una domanda cardine che il dott. Procacci ha posto e che giro a tutti voi: “Un uso smodato delle nuove tecnologie favorisce il ritiro sociale o il ritiro sociale porta all’uso delle nuove tecnologie?”

Il sentire comune porterebbe a propendere per la prima ipotesi. Da quando anche in Italia si è cominciato a parlare di “Hikikomori” (letteralmente “tirare indietro”, “ritirarsi”), una condizione per cui una persona si chiude nella propria stanza per lunghi periodi di tempo, mesi o addirittura anni, interrompendo qualsiasi rapporto personale, anche con i propri familiari, e qualsiasi tipo di occupazione, dal lavoro allo studio, tale condizione è stata spesso associata ad un uso eccessivo delle nuove tecnologie perché spesso queste persone, chiuse nella loro stanza, passano molto tempo davanti alla tv, al pc, al tablet o allo smartphone.

Se è vero che l’uso smodato delle nuove tecnologie possa in alcuni casi portare allo sviluppo di una dipendenza dalle stesse e ad un graduale ritiro sociale, è altrettanto vero che non accade sempre così. Lo dimostrano ad esempio alcuni giovani campioni di videogiochi, che pur trascorrendo numerose ore alla console tutti i giorni, continuano a mantenere un stile di vita normale, andando a scuola o al lavoro e mantenendo intatta la propria rete familiare e sociale.

E’ inoltre importante considerare che esistono persone che si ritirano dal mondo per altri motivi (ve ne parlerò nel prossimo articolo) e in questi casi le nuove tecnologie diventano l’unico strumento per mantenere un minimo contatto con il mondo esterno.

Provate a mettervi nei loro panni, chiusi per ore, per giorni, per mesi in una stanza: che cosa fareste? Non provereste tristezza, solitudine ma anche una noia infinita? Non cerchereste quindi un modo per far passare ore che sembreranno interminabili? Capirete da voi che in questi casi, le nuove tecnologie possono essere considerate da queste persone una risorsa e non un male. Tra l’altro possono diventare una risorsa anche per chi cerca di aiutare queste persone perché possono diventare un mezzo per entrare in contatto con loro e curarle. In questo senso si sta aprendo tutto un filone di ricerca proprio per capire se, quando e come la tecnologia possa essere utilizzata con efficacia in favore della salute psicologica dei pazienti.

Tornando quindi alla nostra domanda di partenza probabilmente sono vere entrambe le ipotesi ma vorrei aggiungere che proprio per questo le nuove tecnologie non debbano essere demonizzate. Di sicuro hanno generato un cambiamento epocale nel nostro stile di vita, non ne conosciamo ancora appieno gli effetti e forse non abbiamo ancora preso bene le misure rispetto ad un corretto utilizzo ma non per questo bisogna trincerarsi dietro facili pregiudizi. Cerchiamo di tenere la mente aperta e di valutare tutte le possibilità, sospendiamo il giudizio almeno per il momento. Ricordo di aver letto in qualche articolo, che anche l’avvento della tv nelle case degli italiani negli ’50 era stato vissuto con un certo allarmismo. Addirittura si ipotizzava che avrebbe decretato la fine del cinema. A distanza di 70 anni possiamo affermare che non si sono verificate catastrofi particolari.

Resta il fatto che il tema dei vantaggi e svantaggi relativi all’uso delle nuove tecnologie è molto interessante per tutti noi per cui mi riprometto di affrontarlo in uno dei mie prossimi articoli.

Restate connessi perché c’è ancora tanto di cui parlare. Se volete dire la vostra e dare un vostro contributo siete sempre accetti. A presto!

Dr.ssa Pinton Michela

ragazzo solo seduto su uno sgabello che guarda il suo smartphone sotto un riflettore

I NATIVI DIGITALI: Incontro divulgativo sull’utilizzo delle nuove tecnologie in età evolutiva. Part 13

Continuando a parlare di nuove tecnologie, vorrei proporvi uno stralcio di una serata che ho presentato questa estate, dal titolo “I Nativi Digitali”.

Questa serata divulgativa, rivolta ai genitori di bambini e ragazzi tra i 4 e i 13 anni dei centri Estivi CUS Padova, si poneva l’obiettivo di esplorare pregi e limiti delle nuove tecnologie, di presentare dati di ricerca rispetto all’uso attuale che ne fanno i minori, di informare sui possibili rischi a cui si può andare incontro e di fornire strategie da poter adottare per un corretto utilizzo di questi mezzi.

A volte bambini e ragazzi possono cadere vittime o essere protagonisti di un uso poco corretto e dannoso delle nuove tecnologie. L’ultima parte di questo ciclo di video riguarda alcuni accorgimenti che è possibile adottare per far sì che bambini e adolescenti approccino in modo corretto alle nuove tecnologie perché ricordiamo che a volte è meglio prevenire che curare. Spero che queste poche indicazioni possano esservi utili anche se non sempre facili da mettere in atto e non sempre risolutive nel caso di problemi più importanti. Buona visione e restate connessi per il prossimo video!

NATIVI DIGITALI: Incontro divulgativo sull’utilizzo delle nuove tecnologie in età evolutiva. Part 12

Continuando a parlare di nuove tecnologie, vorrei proporvi uno stralcio di una serata che ho presentato questa estate, dal titolo “I Nativi Digitali”.

Questa serata divulgativa, rivolta ai genitori di bambini e ragazzi tra i 4 e i 13 anni dei centri Estivi CUS Padova, si poneva l’obiettivo di esplorare pregi e limiti delle nuove tecnologie, di presentare dati di ricerca rispetto all’uso attuale che ne fanno i minori, di informare sui possibili rischi a cui si può andare incontro e di fornire strategie da poter adottare per un corretto utilizzo di questi mezzi.

A volte bambini e ragazzi possono cadere vittime o essere protagonisti di un uso poco corretto e dannoso delle nuove tecnologie. In questi video vi sto man mano presentando alcuni modi di abusare delle nuove tecnologie che purtroppo stanno prendendo sempre più piede. In questo specifico video vi parlerò di alcuni segnali predittori di una dipendenza dalle nuove tecnologie.

Buona visione e restate connessi per il prossimo video!

I NATIVI DIGITALI: Incontro divulgativo sull’utilizzo delle nuove tecnologie in età evolutiva. Part 11

Continuando a parlare di nuove tecnologie, vorrei proporvi uno stralcio di una serata che ho presentato questa estate, dal titolo “I Nativi Digitali”.

Questa serata divulgativa, rivolta ai genitori di bambini e ragazzi tra i 4 e i 13 anni dei centri Estivi CUS Padova, si poneva l’obiettivo di esplorare pregi e limiti delle nuove tecnologie, di presentare dati di ricerca rispetto all’uso attuale che ne fanno i minori, di informare sui possibili rischi a cui si può andare incontro e di fornire strategie da poter adottare per un corretto utilizzo di questi mezzi.

A volte bambini e ragazzi possono cadere vittime o essere protagonisti di un uso poco corretto e dannoso delle nuove tecnologie. Da questo ai prossimi video vi presenterò alcuni modi di abusare delle nuove tecnologie che purtroppo stanno prendendo sempre più piede. Nel precedente video vi ho parlato della fruizione di materiale pornografico attraverso i vari device e della pratica del sexting. Oggi vi parlerò dei possibili rischi a cui i giovani possono andare incontro con queste pratiche e introdurrò alcune possibili azioni di prevenzione per contrastare questi fenomeni.

Buona visione e restate connessi per il prossimo video!

I NATIVI DIGITALI: Incontro divulgativo sull’utilizzo delle nuove tecnologie in età evolutiva. Part 10

Continuando a parlare di nuove tecnologie, vorrei proporvi uno stralcio di una serata che ho presentato questa estate, dal titolo “I Nativi Digitali”.

Questa serata divulgativa, rivolta ai genitori di bambini e ragazzi tra i 4 e i 13 anni dei centri Estivi CUS Padova, si poneva l’obiettivo di esplorare pregi e limiti delle nuove tecnologie, di presentare dati di ricerca rispetto all’uso attuale che ne fanno i minori, di informare sui possibili rischi a cui si può andare incontro e di fornire strategie da poter adottare per un corretto utilizzo di questi mezzi.

A volte bambini e ragazzi possono cadere vittime o essere protagonisti di un uso poco corretto e dannoso delle nuove tecnologie. Da questo ai prossimi video vi presenterò alcuni modi di abusare delle nuove tecnologie che purtroppo stanno prendendo sempre più piede. Un fenomeno su cui è importante porre l’attenzione è la fruizione di materiale pornografico attraverso i vari device e la pratica del sexting. In questo video parleremo di come pornografia e sexting si stanno diffondendo tra i giovani e per quali motivi.

Buona visione e restate connessi per il prossimo video!