DISTURBI D’ANSIA
Disturbo di panico
Che cos’è e come si manifesta
Questo disturbo è caratterizzato da frequenti e inaspettati attacchi di panico che consistono in periodi di intensa paura, della durata di pochi minuti, ma vissuti con estrema angoscia dalla persona e che sono caratterizzati dalla comparsa di alcuni dei seguenti sintomi: palpitazioni o tachicardia; sensazione di asfissia o di soffocamento; dolore o fastidio al petto (es. senso di oppressione); sensazioni di sbandamento o di svenimento; disturbi addominali o nausea; sensazioni di torpore o di formicolio; brividi di freddo o vampate di calore; tremori o scosse; bocca secca o nodo alla gola; sudorazione accentuata sensazione di irrealtà (derealizzazione) o sensazione di essere staccati da se stessi (depersonalizzazione); confusione mentale; paura di perdere il controllo o di impazzire; paura di morire.
L’individuo che soffre del disturbo ha attacchi ripetuti ed inaspettati, e vive nella preoccupazione del ripresentarsi dell’attacco e delle sue conseguenze, rimanendo in uno stato di continua allerta a cui segue una significativa alterazione del suo comportamento. L’individuo dopo qualche tempo può sviluppare un meccanismo di ansia anticipatoria e/o un meccanismo di evitamento di alcune situazioni che porta ad una compromissione globale della funzionalità (lavorativa, sociale e familiare) e benessere della persona. Se non trattato il decorso del disturbo è cronico.
Trattamento
Nel trattamento del disturbo di panico la psicoterapia cognitivo-comportamentale ha dimostrato ampiamente e scientificamente la propria efficacia. Nel corso del trattamento la persona portatrice del disagio è aiutata a prendere consapevolezza dei circoli viziosi del panico e a liberarsene gradualmente attraverso l’acquisizione di modalità di pensiero e di comportamento più funzionali.
Alla psicoterapia si può affianca una terapia farmacologica.
Agorafobia
Che cos’è e come si manifesta
Questo disturbo è caratterizzato da un’intensa ansia di trovarsi in situazioni dalle quali sarebbe difficile (o imbarazzante) allontanarsi e nelle quali sarebbe difficile ottenere aiuto. Rispetto a tali timori la persona tende ad adottare dei comportamenti protettivi, quali ad esempio affrontare delle situazioni temute in compagnia di una persona familiare e quindi protettiva, o ad evitare tali circostanze. I timori riguardano specifiche situazioni: l’utilizzo di mezzi di trasporto pubblici e non, lo stare in spazi aperti (piazze, parcheggi, ponti, viadotti), in spazi chiusi (aspetto claustrofobico: ascensori, cinema, teatri), in fila o in mezzo alla folla e stare fuori casa da soli.
In tali situazioni gli individui hanno generalmente pensieri sul fatto che potrebbe accadere qualcosa di terribile. I sintomi possono essere gli stessi dell’attacco di panico. Altri sintomi “invalidanti o imbarazzanti” comprendono la paura di vomitare, sintomi dell’intestino irritabile e la paura di cadere. Le situazioni temute provano ansia anticipatoria, che può giungere fino all’attacco di panico se le persone non possono evitarla. Al contrario l’evitamento può diventare talmente grave che la persona si ritrova costretta in casa.
Trattamento
La terapia cognitivo-comportamentale viene considerata il trattamento di elezione per il disturbo. L’intervento comprende: una fase di psicoeducazione e di ricostruzione del funzionamento del disturbo con i relativi circoli viziosi e meccanismi di mantenimento e la messa in dubbio delle credenze disfunzionali. Cuore della terapia è aiutare il paziente a non prevenire le sensazioni di timore ma accettare di viverle quando si presentano. Vi è poi una fase che comprende interventi di esposizione graduale alle situazioni temute e un ultima fase di prevenzione delle ricadute.
Disturbo d’ansia generalizzata
Che cos’è e come si manifesta
Questo disturbo è caratterizzato da uno stato pressoché costante di ansia e preoccupazioni eccessive all’idea degli innumerevoli pericoli riguardo la propria stabilità economica, le prestazioni lavorative o scolastiche, la salute dei propri cari, eventuali catastrofi naturali, ecc. Lo stato di allarme si associa a fastidiosi sintomi fisici come irrequietezza, facile affaticabilità, difficoltà di concentrazione, tensione muscolare, alterazioni del sonno. Le preoccupazioni inficiano il funzionamento sociale o lavorativo (o scolastico). I soggetti pensano che lo stato di allarme servirà a proteggerli non consentendo loro di abbassare la guardia, ad un certo punto però iniziano a preoccuparsi della propria costante preoccupazione.
Trattamento
Nella gestione di problemi contingenti si incoraggia l’uso del problem solving che porta a qualche tipo di azione finalizzata. Si individuano e si mettono in discussione i pensieri disfunzionali alla base del disturbo; vengono insegnate tecniche di gestione degli stati d’ansia e tecniche di accettazione dei pensieri e degli stati mentali disturbanti; si invitano poi i soggetti all’esposizione graduale degli stimoli temuti. Col progredire della terapia i pazienti si rendono conto che si può decidere deliberatamente di preoccuparsi o al contrario ignorare le preoccupazioni senza che questo incida sui fatti.
Fobia sociale
Che cos’è e come si manifesta
Questo disturbo è caratterizzato da ansia significativa indotta dall’esposizione a determinate situazioni interpersonali o di prestazione in pubblico. La caratteristica principale è la paura di essere criticati dagli altri durante azioni o compiti di vario genere, soggetti alla valutazione di altre persone. Due aspetti cruciali alla base di questo timore sono il forte desiderio di dare una buona impressione agli altri e contemporaneamente una forte incertezza rispetto al raggiungimento di questo scopo. Le persone presentano così tanta ansia che evitano la maggior parte delle situazioni sociali o vi si espongono con grande sofferenza. Il comportamento di evitamento ha proprio il fine di sottrarsi a tali esperienze vissute negativamente. Le persone con Fobia Sociale presentano allarme e disagio in situazioni le più disparate: parlare in pubblico; effettuare delle attività sotto lo sguardo altrui come, ad esempio, leggere in chiesa o suonare uno strumento musicale; mangiare insieme ad altre persone; firmare un documento davanti a degli osservatori; utilizzare un bagno pubblico, conoscere nuove persone, esprimere la propria opinione in gruppo, prendere la parola in una riunione.
I sintomi fisici possono essere: tachicardia, tremori, sudorazione copiosa (iperidrosi), affanno (iperpnea), rossore, disturbi gastrointestinali, secchezza delle fauci, spossatezza, sensazione di oppressione e schiacciamento, fatica a parlare e a mantenere stabile il tono della voce, balbuzie, nausea, mal di testa, tensione muscolare, mancanza di concentrazione, insonnia.
Trattamento
La terapia più efficace per l’ansia sociale è quella Cognitivo-Comportamentale che ha il suo fulcro nell’esposizione graduale e sistematica alle situazioni sociali ansiogene. Un’esposizione frequente e prolungata permette di affrontare le situazioni temute in modo progressivamente più agevole e soddisfacente. Le terapie farmacologie con antidepressivi, come anche alcuni farmaci ansiolitici, possono aiutare nella terapia della fobia sociale. Solo la terapia farmacologia presenta elevati tassi di ricaduta.
Ipocondria
Che cosa è e come si manifesta
Questo disturbo è caratterizzato da una preoccupazione eccessiva o sproporzionata di avere o contrarre una malattia, anche in assenza o in presenza lieve di sintomi fisici. L’allarmismo risulta sproporzionato rispetto al rischio reale di contrarre una malattia. Il disturbo può emergere in qualsiasi momento della vita, e affligge in egual misura uomini e donne. I pazienti ipocondriaci mettono sovente in atto comportamenti di controllo (anche mentali) di una o più parti del corpo alla ricerca di segni di malattia, e presentano un atteggiamento ambivalente nei confronti dei controlli medici: può infatti essere presente sia un’eccessiva e ingiustificata richiesta di controlli medici al fine di scoprire la presenza di una malattia, sia un evitamento di effettuare visite mediche, per l’incapacità a gestire e tollerare l’ansia dovuta all’attesa dei risultati. La qualità della vita e la qualità delle relazioni familiari dei soggetti ipocondriaci risultano notevolmente compromessi, in quanto la maggior parte del tempo e delle energie vengono spesi nella ricerca di una malattia.
Trattamento
La terapia cognitivo-comportamentale risulta essere molto efficace. Obiettivo della terapia sarà quello di modificare le “distorsioni cognitive”, ossia quei processi di pensiero rigidi, inflessibili, che non tengono conto di un numero sufficiente di informazioni e che portano ad una elaborazione della realtà parziale. Altro scopo sarà interrompere quei circoli viziosi del paziente, che lo portano a effettuare continui tentativi e richieste di rassicurazione (controllo esasperato dei segnali inviati dal proprio corpo o ricerche su internet, ma anche continue richieste di rassicurazione circa il proprio stato di salute a familiari e amici, visite mediche, ecc.) che in genere non servono allo scopo (tranquillizzarsi circa l’eventuale presenza di malattia) e alimentano il disturbo facendo insorgere nuovi dubbi.
In alcuni casi, è utile l’utilizzo di anti-depressivi o ansiolitici per le forme lievi per aiutare il paziente a gestire i sintomi e per aumentare la motivazione e l’aderenza al percorso terapeutico.
Fobie specifiche
Cos’è e come si manifesta
Questo disturbo è caratterizzato da paura e ansia eccessive e comportamenti disfunzionali ad esse correlati. In particolare, la caratteristica chiave della fobia specifica è che la paura o l’ansia sono circoscritte alla presenza di una situazione o di un oggetto particolari, che possono essere definiti lo stimolo fobico. Gli stimoli fobici possono riguardare gli animali (per es. ragni, insetti, cani), l’ambiente naturale (per es. altezze, temporali, acqua), il sangue-iniezioni-ferite (per es. aghi, procedure mediche invasive), alcune situazioni (aeroplani, ascensori, luoghi chiusi) oppure altre condizioni (per es. paura di situazioni che possono portare a soffocare o vomitare; nei bambini, paura dei rumori forti o dei personaggi in maschera). E’ comune per gli individui avere fobie specifiche multiple. Per la diagnosi di fobia specifica, la reazione deve essere diversa dalle paure normali e transitorie che si verificano frequentemente nella popolazione. La paura o l’ansia devono essere intense e la qualità dell’emozione provata può variare in base alla prossimità all’oggetto o alla situazione temuti. Inoltre, l’ansia può manifestarsi in anticipo o in presenza effettiva dello stimolo fobico e, in alcuni casi, questa emozione può manifestarsi in un attacco di panico. Considerata l’intensità della sofferenza emotiva, gli individui evitano attivamente la situazione temuta. Molti individui che soffrono di fobie specifiche, infatti, modificano le loro abitudini di vita in modo da sottrarsi il più possibile all’oggetto della loro fobia, ma, laddove non risulti possibile cambiare lo stile di vita, i soggetti che ne soffrono possono andare incontro ad una compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altri domini importanti della propria vita.
Trattamento
La fobia specifica è una condizione molto diffusa. E’ la psicoterapia cognitivo-comportamentale a mostrarsi maggiormente efficace per la risoluzione della problematica nel lungo termine. Uno strumento terapeutico privilegiato nella cura di questo disturbo è l’esposizione in vivo, una tecnica che vede il terapeuta impegnato a guidare il paziente ad affrontare la paura provata nelle situazioni evitate. Si passa successivamente a discutere i pensieri disfunzionali che emergono prima e durante e dopo l’esposizione stessa. La finalità è quella di ridurre lo stato ansioso e i comportamenti di evitamento in modo che le persone possano ripristinare un adeguato funzionamento nei domini importanti della propria vita.
DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO
Che cos’è e come si manifesta
Questo disturbo è caratterizzato da ossessioni e compulsioni. Le ossessioni sono pensieri, immagini mentali, idee o impulsi, ricorrenti e/o persistenti che sorgono improvvisamente nella mente della persona che li percepisce come intrusivi, sgradevoli, infondati o esagerati. Possono essere di vario tipo e collegati a: preoccupazione per lo sporco e i germi, preoccupazione per il controllo, pensieri di natura superstiziosa, preoccupazione di poter aver reazioni aggressive verso altri, preoccupazioni per la propria sessualità, preoccupazione di trasgredire le regole della propria fede religiosa, ruminazione sulle proprie azioni. Il tutto può essere accompagnato da comportamenti di evitamento delle situazioni temute.
Le compulsioni o i rituali sono un tentativo per fronteggiare le stesse ossessioni. Possono essere comportamenti ripetitivi (lavaggi continui, controlli, riordini o accumuli) oppure delle azioni mentali (pregare, contare, ripetere formule superstiziose).
Trattamento
Le linee guida internazionali individuano nella terapia farmacologica e nel trattamento cognitivo e comportamentale i trattamenti elettivi per il disturbo ossessivo-compulsivo. Agiscono sui sintomi dell’ansia, sull’eccessivo senso di responsabilità o colpevolezza e sull’incapacità di tollerare il rischio. Si tratta di un trattamento relativamente breve, che utilizza diverse tecniche, ai fini di una riduzione della sintomatologia e un lavoro sui fattori di vulnerabilità.
DISTURBO POST-TRAUMATICO DA STRESS
Che cos’è e come si presenta
Questo disturbo si presenta dopo essere stati esposti ad un evento che ha comportato la morte o la minaccia di morte, gravi ferite, o violenza sessuale personale o di altri, familiari o meno ed è caratterizzato da sintomi come ricordi sgradevoli, incubi dell’evento, reazioni dissociative come flashback in cui l’episodio viene rivissuto come se fosse attuale, disagio psicologico intenso e/o reazioni fisiologiche intense all’esposizione a fattori che simbolizzano o assomigliano all’evento traumatico. Si cerca attivamente di evitare gli stimoli associati con il trauma.
Si assiste ad un’alterazione in negativo dei pensieri ed emozioni successivamente all’evento traumatico, con almeno due sintomi fra i seguenti: – incapacità di ricordare aspetti importanti del trauma; – credenze negative persistenti e disfunzionali su se stessi, sugli altri, o sul mondo; – convinzioni distorte sulle cause o conseguenze dell’esperienza traumatica; – stato emotivo persistentemente negativo; – diminuzione dell’interesse o della partecipazione ad attività significative; – sentimenti di distacco o estraneità verso gli altri e incapacità di provare emozioni positive; – comportamento irritabile e facili esplosioni di rabbia; – comportamenti spericolati o autodistruttivi; – ipervigilanza; – esagerate risposte di allarme; – problemi di concentrazione; – disturbi del sonno.
Il disturbo può insorgere anche a distanza di tempo dall’evento traumatico e la sua durata può variare da un mese alla cronicità.
Trattamento
Il Disturbo da Stress Post-Traumatico può essere trattato seguendo vari protocolli, ognuno dei quali porta il soggetto al confronto con i ricordi traumatici e all’elaborazione di risposte comportamentali, cognitive e autonomiche adattive.
DISTURBI DEPRESSIVO
Che cosa è e come si manifesta
Questo disturbo è caratterizzato dalla presenza di umore triste, vuoto o irritabile, accompagnato da cambiamenti sia somatici che cognitivi. Il disturbo depressivo è caratterizzato da episodi distinti della durata di almeno due settimane in cui sono presenti umore depresso e/o perdita di interesse o piacere per le attività che prima venivano svolte con gioia o soddisfazione. Inoltre si possono avere una serie di altri cambiamenti, quali: sentimenti di indegnità, colpa e fallimento personale, impotenza, disperazione, ansia, pianto, tendenze suicide, perdita di interesse nei confronti del lavoro o di altre attività, preoccupazioni eccessive per la propria salute, modificazioni del peso corporeo, cambiamenti nell’appetito, rallentamento motorio o agitazione, disturbi fisici, alterazione del sonno, senso di fatica e sensazione di non farcela nelle attività quotidiane, nervosismo, tensione e inquietudine, difficoltà a concentrarsi, indecisione, ridotto desiderio sessuale. Si rende necessario un intervento terapeutico tempestivo e mirato, al fine di intervenire sia sull’episodio depressivo in atto, sia sulle ricadute a cui si può andare incontro se la sintomatologia viene trascurata e non trattata.
Trattamento
La Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale (TCC) ha mostrato scientificamente una buona efficacia sia sui sintomi acuti che sulla ricorrenza. A volte è necessario associare la TCC ai farmaci antidepressivi o ai regolatori dell’umore, soprattutto nelle forme moderate o gravi. In questi casi l’associazione della Terapia Cognitivo-Comportamentale con i farmaci aumenta l’efficacia della cura. Durante il percorso terapeutico la persona viene aiutata a prendere consapevolezza dei circoli viziosi che mantengono e aggravano la malattia e a liberarsene gradualmente attraverso la riattivazione del comportamento e l’acquisizione di modalità di pensiero e di comportamento più funzionali. Inoltre, dal momento che la depressione è un disturbo ricorrente, la TCC prevede una particolare attenzione alla cura della vulnerabilità alla ricaduta.
DISTURBO BIPOLARE
Che cos’è e come si manifesta
Questo disturbo è caratterizzato dall’alternanza di fasi depressive a fasi maniacali.
La fase depressiva comprende umore basso, triste, disperato, scoraggiato o “giù di corda”. La perdita d’interesse o piacere è quasi sempre presente: gli individui possono riferire di non provare alcun piacere in attività precedentemente considerate gradevoli. Si riscontrano modificazioni del sonno, dell’appetito e dell’attività psicomotoria, con una notevole riduzione dell’energia fisica e forte senso di affaticamento. Si è pervasi da senso di autosvalutazione e di colpa, emergono difficoltà nel pensare, concentrarsi o prendere decisioni. Possono presentarsi pensieri ricorrenti di morte o anche veri e propri piani per commettere il suicidio.
La fase maniacale e ipomaniacale comprende umore euforico, eccessivamente allegro, di tono elevato, come di chi si sente al “settimo cielo” e, nei casi più gravi, i soggetti mostrano un illimitato e confuso entusiasmo per le interazioni interpersonali, sessuali o lavorative. Spesso l’umore predominante è irritabile piuttosto che elevato, in particolare quando i desideri degli individui vengono negati. Possono verificarsi rapidi cambiamenti di umore in un breve periodo di tempo. Durante queste fasi, le persone possono ingaggiarsi in molteplici nuovi progetti che si sovrappongono e che frequentemente non vengono portati a termine. E’ tipicamente presente una autostima molto elevata fino alla marcata grandiosità, che può raggiungere proporzioni deliranti con conseguente scollamento dalla realtà. Si verifica una riduzione del bisogno di sonno, il modo di parlare può essere rapido, pressante e difficile da interrompere, spesso i pensieri viaggiano ad una velocità maggiore rispetto al normale e ci si distrae con grande facilità. L’espansività, l’eccessivo ottimismo, la grandiosità e lo scarso giudizio possono indurre i soggetti ad un imprudente coinvolgimento in attività come acquisti incontrollati, guida spericolata, investimenti finanziari avventati e una promiscuità sessuale insolita.
Trattamento
Oltre alla psicoterapia cognitivo-comportamentale individuale, si è rivelato efficace il trattamento psicoeducazionale di gruppo: si tratta di un intervento composito che associa la trasmissione di informazioni specifiche sul funzionamento del disturbo a un vero e proprio addestramento comportamentale. In questo modo le persone possono acquisire in modo attivo gli strumenti necessari per portare avanti il loro progetto di vita, evitando così un possibile deterioramento nel loro funzionamento e nella qualità della vita in generale.
DISFUNZIONI SESSUALI
Disturbo dell’interesse e dell’eccitazione femminile
Che cosa è e come si manifesta
Questa disfunzione è caratterizzata da mancanza o significativa riduzione di desiderio/eccitazione sessuale, come manifestato da vari problemi quali: assente/ridotto interesse per l’attività sessuale; assenti/ridotti pensieri o fantasie sessuali e erotiche; assente/ridotta iniziativa nel rapporto sessuale e rifiuto delle iniziative sessuali prese dal partner; frequente assenza/riduzione dell’eccitazione durante gli stimoli sessuali, ecc.
Disturbo da dolore/penetrazione genitopelvico
Che cosa è e come si manifesta
Questa disfunzione è caratterizzata da difficoltà di penetrazione spesso associate a forte dolere vulvo–vaginale o pelvico. Marcata tensione e irrigidimento dei muscoli del pavimento pelvico e forte ansia e paura della penetrazione vaginale.
Disturbo dell’orgasmo femminile
Che cosa è e come si manifesta
Questa disfunzione è caratterizzata da marcato ritardo, assenza dell’orgasmo oppure marcata riduzione delle sensazioni orgasmiche nell’ambito delle attività sessuali.
Disturbo da desiderio sessuale ipoattivo maschile
Che cosa è e come si manifesta
Questa disfunzione è caratterizzata da pensieri o fantasie sessuali/erotici e desiderio di attività sessuale persistentemente o ripetutamente carenti (o assenti), tenendo conto dei fattori che influenzano come l’età e il contesto generale e socioculturale della vita di un individuo.
Disturbo da eiaculazione ritardata
Che cosa è e come si manifesta
Questa disfunzione è caratterizzata da assenza o marcato ritardo dell’eiaculazione senza che l’uomo lo desideri.
Disturbo erettile
Che cosa è e come si manifesta
Questa disfunzione è caratterizzata da marcate difficoltà ad ottenere e/o mantenere l’erezione del pene durante l’attività sessuale da parte dell’uomo.
Disturbo dell’eiaculazione precoce
Che cosa è e come si manifesta
Questa disfunzione è caratterizzata da un modello persistente o ricorrente di eiaculazione che si verifica durante i rapporti sessuali circa un minuto dopo la penetrazione vaginale e prima che l’individuo lo desideri.
Trattamento
Rispetto al trattamento si evidenziano ottimi risultati nell’applicazione delle tecniche di terapia cognitivo-comportamentale ad ogni specifico disturbo, combinate con una ristrutturazione cognitiva dei pensieri disfunzionali legati al sesso. Tali tecniche consistono in esercizi volti ad ottenere un ri-addestramento graduale alle abilità compromesse.
DISTURBI DI PERSONALITA’
Disturbo borderline
Che cos’è e come si manifesta
Questo disturbo è caratterizzato da tratti di impulsività, disregolazione emotiva, instabilità affettiva, marcata reattività dell’umore. Centrali sono i sentimenti di rabbia che potrebbero anche tradursi in comportamenti discontrollati; inoltre si possono riscontrare anche difficoltà nella gestione delle relazioni interpersonali che appaiono caotiche e caratterizzate da una frequente e marcata alternanza di sentimenti estremamente negativi ad altri totalmente positivi.
Il discontrollo emotivo appare centrale nel disturbo e sensibilmente invalidante in quanto si traduce nella messa in atto di comportamenti dannosi per il soggetto, come abuso di sostanze, gesti autolesivi, abbuffate, e condotte pericolose in genere.
Trattamento
Il modello DBT ideato da Marsha Linehan è un programma specifico e mirato per coloro che soffrono di disregolazione emotiva basato su terapia individuale e gruppi di skill training. L’ obiettivo è aumentare le capacità del soggetto di regolare i propri stati emotivi, migliorare le relazioni interpersonali, aumentare la consapevolezza di sé e le capacità di tolleranza della sofferenza.
Disturbo dipendente
Che cos’è e come si manifesta
Questo disturbo è caratterizzato da una forte necessità di avere relazioni interpersonali accudenti, il timore della solitudine e dell’abbandono e la scarsa motivazione individuale. La necessità pervasiva ed eccessiva di essere accuditi può determinare un comportamento sottomesso nei confronti degli altri, finalizzato a suscitare protezione e vicinanza. Questo pattern è originato da una percezione di sé come incapace di funzionare adeguatamente i assenza dell’aiuto e del sostegno di altri. Questi soggetti hanno grande difficoltà a prendere decisioni e, per questo, richiedono consigli e rassicurazioni da parte degli altri. Tendono ad essere passivi e lasciano l’iniziativa agli altri, spesso consentendo loro di assumersi la responsabilità per la gran parte dei settori della propria vita. Hanno difficoltà ad esprimere disaccordo verso gli altri per un sottostante timore di perdere la loro approvazione e il loro supporto, non si arrabbiano adeguatamente con le persone dalle quali vogliono essere accuditi per evitare che esse si allontanino. Pur di ottenere accudimento e supporto degli altri, questi individui possono giungere a qualsiasi cosa, fino al punto di offrirsi per compiti spiacevoli e a rispondere positivamente a richieste irragionevoli. Quando termina una relazione intima possono cercare con urgenza un’altra relazione che fornisca il supporto e l’accudimento di cui hanno bisogno. I soggetti con questo disturbo sono spesso preoccupati dal timore di essere lasciati a prendersi cura di sé.
Trattamento
Il trattamento individuale delle caratteristiche disadattive di personalità richiede tempi prolungati. Per alcuni cambiamenti comportamento possono essere necessari pochi mesi o un anno; gli atteggiamenti interpersonali richiedono tempi più prolungati per essere modificati. Relativamente al disturbo di personalità dipendente, un cambiamento comportamentale può consistere nel dichiarare in maniera più assertiva i propri sentimenti e desideri; il cambiamento interpersonale, invece, potrebbe consistere nell’assumersi alcune responsabilità in prima persona o nel realizzare attività autonome e senza il costante supporto di altre persone. La partecipazione dei membri della famiglia al trattamento è spesso utile nel contribuire a cambiare i comportamenti socialmente indesiderabili o disfunzionali.
Disturbo evitante
Che cos’è e come si manifesta
Questo disturbo è caratterizzato da un pattern pervasivo di inibizione sociale, sentimenti di inadeguatezza e ipersensibilità al giudizio negativo. Questi soggetti evitano le attività lavorative che implicano un significativo contatto interpersonale, di instaurare nuove relazioni interpersonali perché gli altri sono percepiti critici e disapprovanti. L’intimità relazionale è spesso difficile per questi individui, sebbene siano capaci di stabilire e mantenere relazioni intime a patto che venga assicurata un’accettazione incondizionata. Possono agire con inibizione, avere difficoltà a parlare di sé e celare sentimenti intimi per timore di esporsi, di essere ridicolizzati e umiliati. Possono essere particolarmente sensibili nell’avvertire segnali di critica o di disapprovazione e possono sentirsi estremamente feriti. Appaiono timidi, quieti, inibiti e “invisibili”. Si percepiscono come persone non attraenti o inferiori agli altri. Per queste ragioni spesso conducono uno stile di vita isolato, coartato ed improntato sull’evitamento di situazioni nuove, attività e contesti interpersonali.
Trattamento
Nella cura del disturbo evitante di personalità si rivela molto importante la psicoterapia, che può essere effettuata sia a livello individuale che di gruppo, con lo scopo di aiutare il paziente a controllare l’imbarazzo all’interno dei contesti sociali e ad affrontare quindi con meno timore le relazioni con altre persone. Il trattamento si pone l’obiettivo di aiutare chi soffre di questo disturbo a riconoscere in modo corretto l’atteggiamento degli altri nei propri; aiuta inoltre a superare l’ansia di rapportarsi con gruppi di persone. Si possono associare strategie comportamentali e training assertivi per migliorare le abilità sociali e l’autostima dei pazienti.
Disturbo istrionico
Che cos’è e come si manifesta
Questo disturbo è caratterizzato da un’emotività pervasiva ed eccessiva e un comportamento di ricerca di attenzione. Gli individui con questo disturbo si sentono a disagio quando non si trovano al centro dell’attenzione. Spesso brillanti e teatrali, possono inizialmente affascinare le nuove conoscenze per il loro entusiasmo, l’evidente apertura o la seduttività. Quando non si trovano al centro dell’attenzione possono mettere in atto comportamenti per attirare l’attenzione su di loro. Sono spesso inappropriatamente provocanti o seduttivi dal punto di vista sessuale in una grande varietà di contesti e nei confronti di persone per cui non nutrono interessi sessuali o sentimentali. Le proprie opinioni vengono espresse con afflato teatrale, ma le ragioni che le sottendono sono di solito vaghe e generiche, senza fatti e dettagli a supporto di esse. Possono imbarazzare amici e conoscenti per un’eccessiva manifestazione pubblica delle emozioni. Tuttavia, le loro emozioni sembrano accendersi e spegnersi troppo rapidamente per essere vissute in modo autentico e profondo, cosa che può portare chi li circonda ad accusarli di essere falsi o di simulare questi sentimenti.
Trattamento
Il trattamento si focalizza sul riconoscimento e sulla messa in discussione delle credenze disfunzionali su di sé, sugli altri e sul mondo. La persona viene aiutata in primis ad individuare le proprie emozioni, i propri pensieri e gli eventi a cui questi sono correlati, poiché generalmente trova difficoltà nel mettere in atto queste operazioni. Parallelamente si lavora sulla presa di coscienza delle conseguenze dei propri comportamenti per aiutare l’individuo a regolare la propria impulsività, solitamente eccessiva e disfunzionale. Spesso si rivela efficace un training per le abilità sociali volto, in particolare, alla modulazione delle emozioni e dei comportamenti impulsivi e allo sviluppo dell’empatia, mediante la focalizzazione sulle emozioni e sui bisogni altrui.
Disturbo narcisistico
Che cos’ è e come si manifesta
Questo disturbo è caratterizzato da un senso grandioso di importanza, tendenza a sovrastimare le proprie capacità ed ad esagerare i propri talenti, facendo apparire gli individui affetti da questo disturbo spesso vanitosi e presuntuosi. Tali individui sono spesso assorbiti da fantasie di successo, potere, fascino e bellezza. Credono di essere superiori, speciali o unici, e si aspettano che gli altri li riconoscano come tali. Possono pensare di sentirsi capiti solo da persone speciali o di classe sociale elevata. La loro autostima è generalmente molto fragile e si preoccupano di quanto si stiano comportando bene e di quanto vengano giudicati favorevolmente dagli altri. Possono mostrare grande vulnerabilità emotiva se vanno incontro a delle “ferite” dovute alle critiche o a fallimenti, manifestando emozioni di rabbia e tristezza molto intense. Si aspettano che i loro bisogni vengano soddisfatti senza troppe attese e possono arrivare a sfruttare gli altri che sono percepiti con valori e diritti inferiori rispetto ai propri. Mancano generalmente di empatia e hanno difficoltà a riconoscere desideri e i sentimenti degli altri. Le relazioni intraprese da queste persone frequentemente vengono compromesse a causa dei problemi derivanti dalle pretese, dalla necessità di ammirazione, e dal relativo disinteresse per la sensibilità degli altri.
Trattamento
L’intervento psicoterapico raramente è breve anche se alcuni cambiamenti cognitivi, emotivi e comportamentali possono verificarsi precocemente. Considerato che spesso le persone con disturbo narcisistico di personalità non valutano come problematico il proprio comportamento, ciò che il terapeuta va tempestivamente ad analizzare sono gli atteggiamenti interpersonali che questi individui mettono in atto, cercando di far emergere le conseguenze negative di pensieri e comportamenti che emergono durante gli scambi relazionali.
Disturbo paranoide
Che cos’è e come si manifesta
Questo disturbo è caratterizzato dalla diffidenza e la sospettosità dei soggetti nei confronti degli altri, con la presenza di una costante attribuzione malevola alle azioni altrui. Gli individui con questo disturbo pensano che gli altri li stiano ingannando, danneggiando, mentendo o sfruttando, anche laddove non ci sono prove o eventi che possano supportare queste credenze; dubitano spesso della lealtà e affidabilità degli altri, cercando in ogni minima azione prove del “tradimento”, e per questo motivo hanno serie difficoltà a creare relazioni intime. Questi soggetti sono inoltre molto rancorosi, e hanno difficoltà a dimenticare anche la più piccola offesa che pensano di aver subìto. Hanno un forte senso di autonomia nonché esigenza di essere autosufficienti, che li porta ad essere rigidi e poco collaborativi; possono inoltre apparire freddi e privi di sentimenti. Le sensazioni vissute e le credenze circa l’ostilità degli altri non vengono mai vissute come una fantasia ma vengono viste come reali e certe, e spesso vi è una costante ricerca di “prove” a sostegno di ciò che pensano.
Trattamento
Gli individui con un disturbo paranoide di personalità in genere non richiedono spontaneamente un aiuto per il loro problema, ma vengono spinti da familiari e amici per i problemi in cui vengono a trovarsi a causa della loro eccessiva sospettosità, rabbia e freddezza. Da un punto di vista cognitivo, obiettivo della terapia sarà quello di aumentare le capacità di porsi nella prospettiva dell’altro e quella di distinguere il proprio punto di vista da quello altrui: queste sono due delle difficoltà che soggetti con questo disturbo sovente presentano. Da un punto di vista più comportamentale, il trattamento avrà come obiettivo quello di insegnare competenze sociali e relazionali con la conseguente diminuzione dei comportamenti ostili e sospettosi. Spesso può essere utile anche la presenza in terapia dei familiari.
Disturbo schizoide
Che cos’è e come si manifesta
Questo disturbo è caratterizzato da un generale distacco dalle relazioni sociali e una gamma ristretta di espressioni emotive in situazioni interpersonali. Questi individui sembrano non desiderare l’intimità, appaiono indifferenti alla possibilità di stabilire relazioni affettive e non sembrano trarre molta soddisfazione dal far parte di una famiglia o di un altro gruppo sociale. Preferiscono trascorrere il tempo da soli piuttosto che stare in compagnia di altre persone; quasi sempre scelgono un’attività o passatempi individuali che non presuppongono l’interazione con altri. Generalmente dimostrano scarso interesse verso le esperienze sessuali e provano piacere in poche o nessuna attività. Queste persone non hanno amici stretti o confidenti, fatta eccezione -talvolta- di un parente stretto. Sembrano indifferenti alle critiche, così come all’approvazione degli altri e non appaiono preoccupati di ciò che gli altri possono pensare di loro. Appaiono freddi e distaccati, raramente ricambiano gesti o espressioni del volto, tanto da apparire come completamente assorbiti da se stessi. Possono avere difficoltà ad esprimere la rabbia, anche in risposta ad una provocazione diretta; spesso reagiscono passivamente alle circostanze avverse e hanno difficoltà a rispondere appropriatamente a eventi importanti della vita.
Trattamento
Il trattamento cognitivo-comportamentale per questo tipo di disturbo è generalmente rappresentato da una psicoterapia individuale volta ad individuare pensieri, emozioni e comportamenti disfunzionali propri della persona. L’obiettivo terapeutico generale sarà quello di migliorare la qualità di vita del paziente in accordo con i suoi bisogni, l’acquisizione delle competenze sociali di base adeguate ai vari contesti di vita e della capacità di identificare gli stati emotivi propri e altrui. Il terapeuta dovrà in generale rispettare il bisogno di solitudine del paziente senza indurlo a socializzare in maniera forzata, ma dovrà anche essere attento ad evitare che esso arrivi all’isolamento sociale completo.
Disturbo schizotipico
Che cos’è e come si manifesta
Questo disturbo è caratterizzato da un pattern pervasivo di deficit sociali e interpersonali, da forte disagio e ridotta capacità nelle relazioni affettive e da distorsioni cognitive e percettive ed eccentricità di comportamento. Spesso questi individui fanno interpretazioni scorrette di avvenimenti casuali e di eventi esterni come se avessero un significato particolare e insolito specificamente per loro; in risposta allo stress possono presentare episodi psicotici transitori. Questi individui possono essere superstiziosi o preoccupati da fenomeni paranormali. Possono sentire di avere il potere speciale di intuire gli eventi prima che questi accadano o di leggere i pensieri degli altri. Possono anche essere presenti alterazioni percettive, come ad esempio avvertire la presenza di un’altra persona o sentire una voce che sussurra il proprio nome. Il pensiero e l’eloquio sono spesso “strani”: spesso si esprimono in maniera vaga, circostanziale, metaforica, iperelaborata o stereotipata. Vengono in genere considerati strani o eccentrici anche per il loro atteggiamento manieristico, per il modo di vestire spesso trasandato, non coordinato e per la disattenzione verso le convenzioni sociali. Chi soffre di questo disturbo prova disagio nell’entrare in relazione con gli altri, hanno spesso pochi amici o nessun amico intimo. Interagiscono con gli altri solo quando “devono farlo”, ma in genere preferiscono stare per conto loro, perché sentono di essere diversi e di non avere la capacità di “inserirsi”.
Trattamento
L’obiettivo terapeutico generale è di migliorare la qualità di vita del paziente in accordo con i suoi bisogni e priorità ma, allo stesso tempo, tenendo conto delle sue difficoltà. La terapia avrà come finalità principali l’acquisizione delle competenze sociali di base adeguate ai vari contesti di vita, e della capacità di identificare i propri stati emotivi, potendoli successivamente esprimere e verbalizzare in maniera più appropriata e funzionale.
Per sapere di più sull’argomento
American Psychiatric Association, 2014. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Quinta edizione. DSM-5. Milano: Raffaello Cortina Editore