Nel mese di Ottobre ho partecipato ad alcune conferenze dell’evento “La fiera delle parole” che si è tenuto a Padova. Mi ha colpito molto l’intervento di Vito Mancuso, teologo e scrittore, sul tema del prendersi cura, tema che ovviamente mi riguarda personalmente data la mia professione. Vorrei condividere con voi i suoi e i miei pensieri in proposito.
Innanzitutto vi ripropongo una favola di Igino che Vito Mancuso ha raccontato al pubblico.
Una donna di nome Cura stava camminando lungo un fiume quando vide del fango e decise di dargli una forma. Poi chiese a Giove di dargli il soffio della vita e Giove acconsentì. Successivamente Cura chiese di poter dare un nome alla creatura, ma lo stesso voleva fare Giove e anche la Terra e così litigarono tra loro su chi avesse questo diritto. Per trovare una soluzione chiamarono Saturno, che rappresentava il tempo, per decidere chi avesse ragione. Il saggio Saturno dichiarò che Giove aveva dato alla creatura il soffio vitale ma quando sarebbe morta il soffio sarebbe tornato a lui e che la Terra aveva dato il fango ma anch’esso sarebbe tornato alla Terra, mentre la Cura si era prodigata per crearla e quindi toccava a lei dare un nome alla creatura.
Questo mito insegna che prendersi cura di qualcuno significa avere affetto e sollecitudine ma significa anche avere una grande responsabilità. Significa quindi provare anche preoccupazione e affanno, che può non essere sempre piacevole anzi a volte può essere molto faticoso, duro e pesante.
Condivido assolutamente questa interpretazione della “Cura”. Quando nella mia professione mi prendo cura di qualcuno che ha chiesto il mio aiuto, metto a disposizione il mio tempo, le mie conoscenze, la mia attenzione, le mie competenze, le mie energie insomma tutto quello che so ma anche quello che sono e non è sempre facile. Sono consapevole di avere una grande responsabilità e di dovermi quindi impegnare al massimo delle mie possibilità per offrire ciò di cui le persone hanno bisogno. A volte è difficile, a volte è faticoso, a volte commetto anche degli errori ma la soddisfazione che provo quando vedo qualcuno stare meglio, quando le persone riescono a raggiungere gli obiettivi che si erano fissati, quando ricevo delle conferme di essere stata veramente d’aiuto, tutto il resto svanisce. In questi casi mi rendo conto che prendersi cura di qualcuno significa lasciare un segno positivo dentro di lui, esattamente come “Cura” ha potuto dare un nome alla sua creatura. Mi rendo conto che poter lasciare il segno è un grande privilegio e una grande soddisfazione per questo continuerò a prendermi cura degli altri, nella speranza di riuscire ancora a lasciare il segno.
A presto con un nuovo articolo e se nel frattempo volete lasciare un commento o una domanda sarò lieta di condividerlo. Buona giornata a tutti.
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