“ALZARE LO SGUARDO”: PRESENTAZIONE E RIFLESSIONI SUL LIBRO DI SUSANNA TAMARO. Parte 2

Qualche giorno fa ho pubblicato la prima parte di un articolo che si concludeva con alcune domande. Riprendo da lì e concludo con la seconda e ultima parte di questa mia riflessione.

……Perché si sono dovuti semplificare così tanto i compiti dei bambini, tanto da non scrivere più neanche un semplice pensierino? La scrittrice ha ipotizzato che forse non abbiamo più tanta fiducia nelle loro capacità, che semplifichiamo la loro vita per evitare il più possibile errori e, sia mai, insuccessi o fallimenti. Ha introdotto il concetto di “genitori spazzaneve”, ossia quei genitori che cercano in tutti i modi di spianare la strada da qualsiasi ostacolo ai loro figli. Ma non è che evitando loro qualsiasi frustrazione in realtà non li prepariamo ad affrontare la vita che di per sé è fatta anche di ostacoli, problemi, imprevisti e così via? Non è che in questo modo li rendiamo solo più insicuri? Io credo proprio che sia così. Gli ostacoli servono per crescere, servono per mettersi alla prova e verificare se si hanno le capacità di superarli, servono per farci provare piacere, soddisfazione e senso di autoefficacia quando riusciamo a superarli e se per caso sbagliamo, servono comunque per capire l’errore e non ripeterlo, per rialzarsi e riprovare. Questo è crescere! Quindi cari genitori spazzaneve siete così sicuri di voler privare i nostri figli di questa possibilità? Siete davvero sicuri di non causare un danno peggiore poi, evitando una frustrazione oggi? Io quantomeno ci penserei a lungo.

Arriviamo alle ultime due voci: il mito della creatività e la perdita di una direzione del compito educativo. Nel corso degli anni a più riprese si sono succedute teorie educative che partivano dal presupposto che l’obiettivo educativo principale fosse lo sviluppo delle competenze attraverso le capacità creative del bambino. Premesso che si tratta di teorie che si sono tradotte in metodi didattici validati ed efficaci, secondo l’autrice però, in alcuni casi, queste teorie sono state un po’ travisate e di conseguenza la metodologia non è stata praticata nel modo più corretto. Un errore comune è quello di confondere la creatività con la libertà di fare quello che si vuole. Crescere e imparare in un contesto educativo creativo non significa non avere regole. Perfino nel Metodo Montessori, uno dei primi a basarsi su questo assunto, i bambini erano educati ad essere puliti, ordinati, ad avere rispetto di sé, degli altri e del materiale scolastico. Ciò significa darsi e condividere delle regole, che sono quelle della civile convivenza e che sono quelle che permettono poi di sviluppare la propria creatività. L’ordine e le regole sono fondamentali per crescere. E chi, se non gli insegnanti, è deputato al compito dare ordine e regole? Educare significa indicare la strada, fare da guida, significa assumersi la responsabilità e il rischio di insegnare ciò che è giusto e sbagliato, quale è il bene e quale è il male. Purtroppo lo scopo dell’educazione oggi si scontra con l’idea di libertà, cioè con la convinzione che ognuno debba essere libero di fare le proprie scelte e così anche i bambini. In questo modo però si abdica al ruolo di educatore e non si trasmettono più valori importanti. E ancora mi vengono delle domande. Siamo sicuri che un bambino sappia da solo scegliere autonomamente la sua strada quando non gli abbiamo trasmesso alcun valore? E’ davvero così sbagliato indicare la strada e aspettare che un bambino diventi maturo abbastanza per poter scegliere da solo? Io sono cresciuta in un periodo in cui erano gli adulti di riferimento a scegliere per me e a dirmi cosa potevo o non potevo fare, cosa era giusto e cosa sbagliato. Magari non sarò stata sempre d’accordo ma non ho mai vissuto in maniera traumatica l’educazione che mi veniva impartita, né ho mai sofferto per la limitazione della libertà. Semplicemente mi fidavo e affidavo a chi mi voleva bene, si occupava di me e aveva più esperienza di me. Ciò non mi ha impedito, crescendo di sviluppare un mio pensiero e, da adulta, di fare le mie scelte, a volte in linea con i valori che mi sono stati trasmessi e altre no. E se riguardo indietro, sono grata a mia madre, alla mia maestra, ai miei nonni che in alcuni casi hanno scelto per me anche contro il mio parere, perché mi hanno preservato da errori che avrei sicuramente commesso. Ringrazio i miei educatori per essersi assunti loro la responsabilità e, perché no, anche il rischio di indicarmi la strada, perché senza di loro non sarei quella che sono oggi e credo, modestamente, che abbiamo fatto un buon lavoro.

Bene credo di aver dato tanti spunti su cui riflettere perciò, vi lascio a vostri pensieri che se vorrete condividere, mi farà molto piacere. Buona giornata a tutti e al prossimo post!

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