Caro lettore, se sei un genitore o un insegnante o qualcuno che comunque ha a che fare con bambini/adolescenti, forse ti sarà capitato di chiederti “Come si fa a capire se un bambino/adolescente ha un problema psicologico?” Ma come mai ti sei posto questa domanda? Vediamo insieme alcuni motivi che ostacolano la possibilità di comprendere se siamo in presenza di una psicopatologia del minore.
Facciamo un passo indietro. Se ti sei posto la domanda di cui sopra, magari è successo perché tuo figlio o un tuo alunno ha avuto un problema di questo tipo, magari è passato del tempo prima che tu te ne accorgessi, magari è successo a qualcuno che conosci e semplicemente ti domandi se tu saresti in grado di riconoscere i segni. Qualunque sia il motivo per cui ti sei fatto questa domanda, ciò che salta all’occhio è la difficoltà degli adulti ad individuare e comprendere i segni precursori di un disturbo mentale nell’età dello sviluppo. Spesso mi capita d’incontrare genitori del tutto inconsapevoli delle difficoltà del figlio che arrivano in terapia su segnalazione della scuola oppure dopo lungo tempo quando il problema è diventato grave e persistente. Questo non significa che siano persone insensibili o incapaci anzi, tanto è vero che spesso si sentono molto responsabili di non essersi attivati per tempo. E’ più probabile che si tratti di persone poco informate su certi argomenti e che non siano a conoscenza di alcuni aspetti che caratterizzano la psicopatologia dell’età evolutiva.
Con questo breve elenco spero di sollevare un po’ gli adulti da dubbi e timori sulla possibilità di accorgersi di un problema di tipo psicologico in un minore e di dare qualche dritta rispetto a ciò che si può osservare.
Cerchiamo di ricordare sempre che:
- Solo alcuni disturbi sono palesemente manifestati dai bambini, come ad esempio i disturbi del comportamento, mentre altri, che appartengono ad una sfera più intima, come ad esempio di disturbi d’ansia, sono più difficili da rilevare;
- Solo a partire da una certa età, di solito dai 6/7 anni in su, i bambini riescono a comunicare il proprio disagio psicologico perché solo a partire da quell’età hanno raggiunto una certa maturità cognitiva, emotiva e determinate competenze nella relazione e comunicazione;
- In età infantile/adolescenza segni e sintomi possono essere comuni a più patologie oppure una stessa patologia può avere segni e sintomi anche molto diversi;
- Durante lo sviluppo gli individui subiscono forti trasformazioni e non sempre sono sintomo di un problema o di una patologia ma si tratta semplicemente di cambiamenti transitori. Per questo motivo è importante tenere sempre presente il funzionamento generale e le capacità di adattamento del soggetto;
- Visto che la richiesta di aiuto ad uno psicologo/psicoterapeuta proviene dagli adulti di riferimento del minore, dipende in parte dalla loro capacità di interpretare i segni di sofferenza e questa capacità è condizionata dalle loro caratteristiche (ad esempio essere un genitore ansioso e iperprotettivo o meno) e dal tipo di rapporto col minore;
- Esistono pochi strumenti standardizzati per far diagnosi e spesso non sono di tipo descrittivo ma si basano sull’interpretazione del professionista;
- Ciò che è osservabile è il comportamento. E’ possibile osservare se ci sono dei cambiamenti nel comportamento e nelle abitudini dei bambini/adolescenti e cercare di capire a cosa possono essere dovuti. Non si parla di cambiamenti di qualche giorno ma di comportamenti insoliti che si protraggono a lungo nel tempo, con una certa frequenza e intensità. Se tali cambiamenti non possono essere ricondotti a motivi fisici come ad esempio una malattia o all’assunzione di farmaci, allora può essere utile sondare la presenza di un disagio di tipo psicologico.
Con questo vademecum, se dopo attenta osservazione, credete che un bambino/adolescente vicino a voi abbia un problema di tipo psicologico allora è importante rivolgersi nel più breve tempo possibile ad un professionista perché nell’età dello sviluppo prima si interviene più alte sono le probabilità di remissione dei sintomi e più breve è il tempo di guarigione.
Nel prossimo articolo parleremo proprio di questo, ossia della psicoterapia cognitivo comportamentale per l’età evolutiva. Se nel frattempo avete domande o commenti, postate pure. A presto.
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